Gruppi armati, con potenziali legami con lo Stato Islamico nella provincia dell'Africa occidentale (Iswap) e Jama'at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM), hanno bloccato i rifornimenti destinati ai civili, nel bel mezzo di violenze e scontri in Burkina Faso. I gruppi hanno istituito un posto di blocco per interrompere i collegamenti da Djibo alla capitale Ouagadougou. I combattenti sono stati visti fermare i veicoli non scortati all’ingresso di Djibo, una città ora isolata che ospita quasi 40.000 abitanti.
La città di Djibo, nella provincia settentrionale di Soum, è sotto assedio da febbraio 2020. Da allora, il governo non ha potuto consegnare i kit di aiuti essenziali ai civili. I gruppi armati hanno schemi ben definiti nell’attaccare cittadine e villaggi; tuttavia, l’azione di mantenere i blocchi antigovernativi è una escalation che i gruppi non sono noti per svolgere. Dall’inizio del conflitto, quasi 800.000 civili hanno dovuto abbandonare le proprie case.
Un noto imprenditore a livello locale, Ahmed Dicko, ha riunito dei volontari per consegnare cibo e altri rifornimenti ai civili. Il piano di Dicko è stato attuato dopo che la capitale ha perso quasi tutti i collegamenti con Djibo. I gruppi per i diritti umani temono che il governo centrale del Burkina Faso non disponga delle necessarie risorse per arrestare il diffondersi delle violenze. A gennaio, il governo ha approvato una legge che consentirebbe ai civili di ricorrere alle armi per difendere la propria incolumità.
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Autore: Vito Quaglia; Traduzione: Simona Smacchi