Le condizioni di sicurezza in Burkina Faso continuano a peggiorare

Gruppo di giovani in un campo sfollati nella regione nord di Barsalogho, Burkina Faso Gruppo di giovani in un campo sfollati nella regione nord di Barsalogho, Burkina Faso Henry Wilkins/Al Jazeera

5 maggio 2020

Il paese sta affrontando una congiuntura di sfide senza precedenti: gruppi armati islamici, milizie locali, coronavirus, fame e sfollamento

Human Rights Watch (HRW) denuncia il rapido deterioramento delle condizioni di sicurezza in Burkina Faso. Gruppi armati islamici affiliati ad Al-Qaeda e allo Stato Islamico del Grande Sahel stanno seminando terrore tra gli abitanti dei villaggi nel nord del paese, obbligando molti ad abbandonare le proprie case. Solo a gennaio 2020, i gruppi hanno attaccato tre villaggi (a Nagraogo, Rofénèga e Silgadji), uccidendo almeno 90 civili. La violenza aveva già prodotto 775'000 sfollati interni a marzo 2020 e i numeri continuano ad aumentare. Inoltre, le condizioni di vulnerabilità degli sfollati sono peggiorate dalla pandemia che ha provocato grossi problemi nella catena di distribuzione del cibo. Durante il mese di Ramadan, sacro per i musulmani, molti stanno osservando il digiuno senza sapere se avranno qualcosa da mangiare al calar del sole.

Alcuni testimoni agli attacchi hanno descritto uomini col turbante, vestiti con un mix di abiti civili e militari, entrare nei villaggi in motocicletta agitando una bandiera nera (simbolo dello Stato Islamico). Gli aggressori accusano gli abitanti locali di non osservare le rigide regole islamiche che i loro gruppi armati tentano di stabilire e conseguentemente giustiziano i maschi adulti tra i residenti. In aggiunta, queste uccisioni hanno un carattere etnico: i gruppi armati reclutano i loro membri principalmente tra gli appartenenti al gruppo etnico Fulani e sono quindi meno inclini a uccidere persone di quell’etnia.

 Il 21 gennaio, dato il crescente numero di attacchi e morti, il governo del Burkina Faso ha passato una legge controversa che permette la creazione di una milizia locale chiamata “Gruppo di Volontari per la Difesa della Madrepatria”. Questa legge permette agli abitanti dei villaggi minacciati dai gruppi islamici di prendere le armi e di cooperare con l’autorità nazionale di Difesa e Sicurezza. Questa misura, presa dal governo per compensare la propria inabilità di difendere i cittadini di quelle zone, potrebbe causare un peggioramento della violenza inter-comunitaria. Questa non sarebbe la prima volta: il già esistente gruppo armato di auto-difesa “Koglweogo” è stato accusato di aver ucciso 43 civili Fulani a marzo, durante le proprie operazioni contro i fondamentalisti islamici. HRW invita i donatori internazionali – in particolare l’Unione Europea e la Francia – e le autorità nazionali ad agire per prevenire un aumento di violenza inter-comunitaria nel territorio e il governo del Burkina Faso a perseguire penalmente coloro i quali saranno giudicati responsabili di crimini contro i civili.

 

Per saperne di più:

https://www.hrw.org/news/2020/04/23/burkina-faso-new-massacres-islamist-armed-groups

https://www.aljazeera.com/indepth/features/changed-ramadan-idps-burkina-faso-200502070210775.html

https://www.aljazeera.com/indepth/features/men-free-girls-family-abducted-burkina-faso-200417140832387.html

http://www.losservatorio.org/en/civlians-in-conflict/web-review/item/1715-human-rights-watch-denounces-extrajudicial-killings-in-burkina-faso

 

Autore: Annette Savoca

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