"Qui dobbiamo fare quello che ci dicono oppure veniamo uccisi”

Combattenti dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) tra le foreste della Colombia Combattenti dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) tra le foreste della Colombia Raúl Arboleda/Getty Images

11 febbraio 2020

L’inchiesta Human Rights Watch sulla “violenza brutale” dei gruppi armati al confine tra la Colombia e il Venezuela

Il 22 gennaio 2020 Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato il nuovo rapporto “The Guerrillas Are the Police” che denuncia il controllo dei gruppi armati della provincia di Aruca nella Colombia orientale e del vicino Stato di Apure in Venezuela. Il fiume Apure, al confine tra il Venezuela e la Colombia, è sotto il controllo dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), di “Martín Villa 10th Front”, un gruppo di guerriglieri nato dallo scioglimento delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC), e delle Forze Patriottiche di Liberazione Nazionale (FPLN) che operano in Venezuela.

Come denunciato dal rapporto, i gruppi armati hanno seminato il terrore in entrambi i paesi. Le 105 persone intervistate hanno denunciato abusi, omicidi, rapimenti, lavoro forzato, reclutamento di minori, estorsione di denaro. Le ragazze rapite e che poi sono riuscite a scappare dai guerriglieri hanno raccontato di essere state vittime di sfruttamento sessuale, stupri e aborto forzato. Nel rapporto si legge inoltre sono state imposte regole severe: “in alcune zone, i guerriglieri proibiscono a chi guida la motocicletta di indossare il casco così possono vedere il viso di ogni guidatore”. La situazione nella provincia di Arauca e nello Stato di Apure è senz’altro causata dalla complicità con le autorità, in particolare in Venezuela. Infatti Juan Pappier, uno degli autori del rapporto, descrive la corruzione delle autorità locali e delle forze armate che permettono il perpetuarsi di queste violazioni dei diritti umani. Siccome la presenza dei militari si concentra per lo più nelle aree urbane, ad Arauca e Apure manca quasi del tutto la protezione e perciò lì “ i guerriglieri sono la polizia”. Sia gli operatori umanitari che i residenti e le vittime hanno raccontato a HRW di come i gruppi armati controllino la vita sociale, economica e politica di queste zone.  Infatti, questi hanno tratto beneficiato dalla limitata presenza delle istituzioni statali “offrendo denaro, motociclette e pistole ai bambini per convincerli ad unirsi con loro”. I residenti di queste zone, come si legge nel rapporto, soffrono la povertà e “vivono spesso in condizioni economiche precarie, dormono per le strade o in rifugi di fortuna, faticando a guadagnare soldi e sono sprovvisti di servizi pubblici come l’assistenza sanitaria completa”. Proprio per questo motivo, il confine tra Colombia e Venezuela è diventato un luogo strategicamente importante per il traffico di esseri umani, di droga e per ogni tipo di attività criminale. Anche la situazione degli attivisti per i diritti umani e gli operatori umanitari in queste zone è molto pericolosa: secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, sei attivisti sono stati uccisi ad Arauca soltanto tra gennaio e giugno 2019.

Dunque, HRW ha esortato i governi dei due paesi ad agire per tutelare i diritti umani adottando delle misure preventive adeguate per proteggere gli individui e per garantire alle vittime i loro diritti. Ci si aspetta poi che i governi applichino le norme del diritto internazionale umanitario perché la situazione ad Arauca e ad Apure, secondo HRW, è classificabile come conflitto armato. Il rapporto richiama infine le agenzie delle Nazioni Unite a costruire un piano efficiente per fornire supporto alle vittime di questo conflitto.

 

Per saperne di più:

https://www.hrw.org/report/2020/01/22/guerrillas-are-police/social-control-and-abuses-armed-groups-colombias-arauca

https://www.hrw.org/news/2020/01/22/colombia/venezuela-armed-groups-control-lives-border

https://news.un.org/en/story/2020/01/1055272

https://www.theguardian.com/world/2020/jan/21/venezuela-colombia-border-region-human-rights-watch

 

Autore: Silvia Luminati; Editor: Aleksandra Krol

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