Con il nome di "falsos positivos" ci si riferisce allo scandalo, emerso alla fine del 2008, che ha coinvolto alcuni membri dell'Esercito nazionale colombiano ritenuti responsabili dell'assassinio di civili innocenti fatti passare per guerriglieri uccisi in combattimento. Nonostante tale violenza inaudita abbia scosso l'opinione pubblica internazionale, i soldati responsabili rimangono ad oggi impuniti.
Con il lavoro "Falsos positivos: vittime della guerra e della politica colombiana", Flavia Famà, per conto de L'Osservatorio, analizza le vicende relative alle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario in Colombia, esaminando in particolare questo fenomeno, all’interno del lungo conflitto che da oltre cinquant’anni ha causato un numero altissimo di vittime civili.
L’intento del saggio (liberamente scaricabile cliccando qui) è di mostrare, attraverso il racconto dei familiari delle vittime civili e dei sopravvissuti, la storia di un combattimento che ha toccato ogni singola famiglia colombiana.
In uno dei luoghi in cui si è consumato questo dramma, il paese di Soacha, le madri delle vittime si sono organizzate prendendo come modello le “Madri di Plaza de Mayo” in Argentina, iniziando una lotta che ha contribuito a rendere conosciuto questo fenomeno nel mondo e che non è ancora terminata.
Nel video "Una rosa rossa", realizzato per L'Osservatorio con la regia di Adriano Foraggio e l'interpretazione di Francesca Satta Flores, viene raccontata la storia di Luz Marina Bernal, una delle "Madri di Soacha", che con ostinazione e coraggio si batte per ristabilire la verità sulla morte di suo figlio, un caso esemplare di "falso positivo".