Martedì, le forze del rinnegato Comandante militare dell’Esercito libico, Khalifa Haftar, hanno bombardato un porto a Tripoli. Da quando nell’aprile 2019 è stata lanciata un’offensiva per conquistare la città, più di 1,000 persone sono state uccise e gli scontri hanno provocato più di 140,000 sfollati, secondo le stime delle Nazioni Unite.
La Libia sta vivendo una situazione di forte instabilità dal 2011 quando la guerra civile appoggiata dalla NATO ha deposto il dittatore Moammar Gadhafi. Poi, il coinvolgimento di potenze straniere ha complicato ulteriormente la lotta per il potere. Il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, che controlla la capitale Tripoli e altri territori nella parte occidentale del paese, è sostenuto dalla Turchia e, in misura minore, dal Qatar e dall’Italia. Francia, Russia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto supportano invece Haftar.
Il 19 gennaio si era tenuta a Berlino, in Germania, una conferenza che aveva istituito una commissione militare congiunta per avviare i negoziati a Ginevra. Qui, i leader internazionali avevano promesso di rispettare l’embargo delle Nazioni Unite posto sul traffico di armi e di astenersi dal coinvolgimento nella crisi libica. Un altro incontro era stato previsto per il 26 febbraio a Ginevra, ma il Governo di accordo nazionale si è tirato indietro a causa degli attacchi.
Secondo quanto riportato dalla BBC, il governo libico sostenuto dalle Nazioni Unite ha dichiarato che “non ci può essere pace con i bombardamenti. Sospendiamo la nostra partecipazione ai negoziati di Ginevra fino a quando non sarà presa una posizione chiara contro l’aggressore [Generale Haftar]”.
Quanto accaduto è soltanto l’ultima delle violazioni dell’accordo di tregua entrato in vigore a gennaio 2020.
Per saperne di più:
https://www.bbc.com/news/world-africa-51557970
https://news.yahoo.com/un-impact-long-libya-war-013933600.html
Autore:Rachel Warner; Editor: Teagan Foti; Traduzione: Silvia Luminati