Sono oltre 655.500 i Rohingya musulmani rifugiati in Bangladesh a seguito di quella che le Nazioni Unite hanno definito una forma di pulizia etnica in Myanmar. Un accordo tra i due paesi prevede che il rimpatrio dei profughi dal Bangladesh al Myanmar avvenga nei prossimi due anni. Al momento esistono solo due centri di accoglienza e un campo provvisorio vicino a Maungdaw in grado di accogliere i profughi.
Tuttavia i Rohingya musulmani hanno dichiarato di non accettare il piano di rimpatrio in quanto “il governo terrorista birmano sta offrendo ai rifugiati rohingya di stabilirsi nei cosiddetti campi temporanei con l’inganno e in maniera disonesta”. I Rohingya sono riluttanti a lasciare il Bangladesh finché la loro sicurezza non sia garantita e le loro richieste vengano ascoltate.
Paul Vrieze, portavoce dell’UNHCR in Myanmar, ha raccomandato che i rifugiati non debbano essere rimpatriati immediatamente senza consenso informato e in mancanza degli elementi basilari di una soluzione durevole al problema. E’ infatti cruciale che a coloro che ritornano sia garantito un processo di rimpatrio sicuro, volontario e sostenibile.
Per maggiori informazioni leggere:
https://www.reuters.com/article/us-myanmar-rohingya-repatriation/myanmar-finalizes-rohingya-repatriation-preparations-as-doubts-mount-idUSKBN1F71GB
https://www.rfa.org/english/news/myanmar/agreement-01162018161941.html
http://www.iran-daily.com/News/209563.html