Lo scorso 31 agosto, il governo indiano ha rilasciato una dura dichiarazione contro le truppe militari cinesi accusandole di minacciare la pace e di violare gli accordi sulla Line of Actual Control (LAC) nel Ladakh orientale. La CNN International ha riportato episodi di schermaglie con colpi d’arma da fuoco tra i militari indiani e cinesi avvenuti tra la notte del 29 agosto fino alla mattina del giorno seguente. Questa escalation di violenza arriva dopo l’incidente del 15 giugno lungo il confine nord dell’India -precisamente nella Galway Valley- che è costato la vita a 20 soldati.
Le autorità indiane hanno affermato che ai loro soldati è stato ordinato di riunirsi presso il Pangong Tso Lake per prevenire ulteriori attività militari da parte della Cina. Da canto suo, il Ministro degli esteri cinese ha chiarito che non vi è alcuna volontà di violare quanto stabilito dalle due nazioni circa la LAC e a rafforzare questa versione è intervenuto un portavoce dell’esercito cinese rimproverando al governo indiano di dire il falso in quanto la Cina ha sempre rispettato i confini. Tuttavia, la questione ora riguarda la presenza delle truppe indiane lungo la riva meridionale del Pangong Tso Lake che, secondo Pechino, costituisce una violazione della LAC. Zhang Shuili, portavoce del People’s Liberation Army (PLA), ha formalmente ammonito l’esercito indiano intimandogli di ritirare le truppe per allentare le tensioni.
Storicamente vi sono sempre stati scontri tra i due Paesi fino alla guerra sino-indiana nel 1962 e la diplomazia viene spesso messa da parte. L’incidente del 15 giugno rimane però uno dei più gravi episodi avvenuti dallo scoppio della guerra. La comunità internazionale ha invitato le parti ad attenuare i contrasti che potrebbero avere ripercussioni in termini di stabilità e pace in tutta la regione.
Per saperne di più:
https://edition.cnn.com/2020/08/31/asia/india-china-border-intl-hnk-scli/index.html
https://www.bbc.com/news/world-asia-53061476
Autore: Sergio Gomez; Traduzione: Silvia Luminati