La duplice crisi Ucraina, fra guerra e pandemia

Staff della Caritas Ucraina fornisce assistenza alla popolazione durante la pandemia Staff della Caritas Ucraina fornisce assistenza alla popolazione durante la pandemia © Caritas Europa

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto del Norwegian Refugee Council sull’attuale situazione critica in Ucraina 

La guerra scoppiata nel 2014 tra l’Ucraina e le forze separatiste supportate dalla Russia ha provocato, finora, più di 1.4 milioni di profughi interni e 3.4 milioni di persone bisognose di urgente assistenza umanitaria. 

L’Ucraina era già lacerata da anni di violenze quando è stata colpita dalla pandemia di coronavirus nel marzo 2020, raggiungendo circa 27,856 contagi nel mese di giugno. Il Norwegian Refugee Council, un’organizzazione umanitaria indipendente, opera in Ucraina dallo scoppio del conflitto nel 2014 offrendo assistenza agli sfollati e alle popolazioni che abitano le aree colpite dalla guerra. Nel suo ultimo rapporto, pubblicato a giugno, il NRC analizza la situazione critica degli abitanti dell’Ucraina dell’est, drasticamente peggiorata a causa della pandemia, sollecitando una risposta coordinata a questa duplice crisi. 

Secondo le stime del rapporto, il conflitto prolungato nell’Ucraina dell’est ha interessato più di 5 milioni di persone, provocando gravi conseguenze socio economiche, specialmente per gli abitanti delle zone più vicine alla “linea di contatto” che separa le zone controllate dal governo da quelle fuori dal suo controllo. Le comunità che vivono nelle aree non controllate dal governo avevano già un accesso limitato all’assistenza sanitaria e ai servizi essenziali di base, e il Covid-19 ha peggiorato la loro condizione critica. La pandemia, infatti, ha provocato un aumento dei prezzi di cibo, trasporti e prodotti igienici, oltre ad una generale riduzione del reddito della popolazione, e ha forzato le persone a vivere in spazi affollati per rispettare le misure di quarantena. 

In aggiunta, il Covid-19 ha comportato delle restrizioni alla mobilità lungo la linea di contatto, solitamente attraversata da 1.4 milioni di persone al giorno per accedere a pensioni, sussidi, assistenza medica o servizi statali. Come raccomandato dal NRC, è necessario regolamentare urgentemente le eccezioni umanitarie ai divieti di passaggio e migliorare le condizioni di sicurezza e di sanificazione dei check-point. 

Inoltre, la pandemia ha messo in luce diverse lacune che caratterizzano la politica e legislazione Ucraina. Ad esempio, solo coloro che sono regolarmente registrati come sfollati interni possono accedere a pensioni e sussidi ma, secondo la legge Ucraina, qualsiasi documento rilasciato in aree non controllate dal governo è invalido. Questa regola limita l’accesso a sussidi vitali per molti residenti delle aree fuori dal controllo governativo, incrementando le diseguaglianze. Sebbene una bozza di legge per rimuovere questa pratica discriminatoria sia stata deposta in Parlamento, il procedimento legislativo è attualmente sospeso a causa della pandemia e, come sottolinea il rapporto, adottare un simile provvedimento è di cruciale importanza. 

Al di là delle ulteriori difficoltà poste dalla pandemia, l’Ucraina dell’est necessita di soluzioni umanitarie alla luce del conflitto che da anni affligge la zona. La violenza prolungata, così come la presenza di mine e di ordigni inesplosi, minaccia direttamente la vita della popolazione. Il rapporto del NRC sollecita una risposta umanitaria coordinata, specialmente nelle aree fuori dal controllo governativo. Gli abitanti di queste zone, ad esempio, si sono visti spesso negare l’accesso all’acqua e ai servizi igienici - universalmente riconosciuto come un diritto - a causa dell’impossibilità di purificare l’acqua o delle interruzioni della fornitura idrica dovute agli scontri. Riguardo questo problema, il rapporto esorta l’adozione urgente di misure che assicurino a tutti l’accesso ad acqua e servizi igienici, oltre ad un miglioramento delle condizioni igieniche dei punti di passaggio lungo il confine. 

Il rapporto raccomanda quindi di rafforzare il dialogo politico sul conflitto Ucraino così da giungere ad una soluzione, specialmente alla luce dell’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco globale nel corso della pandemia. Pertanto, è necessario facilitare l’accesso delle agenzie umanitarie alle aree interessate dal conflitto. Infine, è cruciale assicurare che lo Ukrainian Humanitarian Response Plan (HRP) 2020, recentemente revisionato e mirato ad integrare la preesistente assistenza umanitaria in risposta alla duplice crisi, sia pienamente finanziato. A giugno 2020, infatti, il piano è stato finanziato solo per il 15.4%. 

 

Per saperne di più:

https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/double-crisis-addressing-the-impact-of-protracted-conflict-and-covid-19-in-ukraine.pdf

 

Autore: Margherita Curti; Editor: Matteo Consiglio

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