Il 22 gennaio 2020 Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato il nuovo rapporto “The Guerrillas Are the Police” che denuncia il controllo dei gruppi armati della provincia di Aruca nella Colombia orientale e del vicino Stato di Apure in Venezuela. Il fiume Apure, al confine tra il Venezuela e la Colombia, è sotto il controllo dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), di “Martín Villa 10th Front”, un gruppo di guerriglieri nato dallo scioglimento delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC), e delle Forze Patriottiche di Liberazione Nazionale (FPLN) che operano in Venezuela.
Come denunciato dal rapporto, i gruppi armati hanno seminato il terrore in entrambi i paesi. Le 105 persone intervistate hanno denunciato abusi, omicidi, rapimenti, lavoro forzato, reclutamento di minori, estorsione di denaro. Le ragazze rapite e che poi sono riuscite a scappare dai guerriglieri hanno raccontato di essere state vittime di sfruttamento sessuale, stupri e aborto forzato. Nel rapporto si legge inoltre sono state imposte regole severe: “in alcune zone, i guerriglieri proibiscono a chi guida la motocicletta di indossare il casco così possono vedere il viso di ogni guidatore”. La situazione nella provincia di Arauca e nello Stato di Apure è senz’altro causata dalla complicità con le autorità, in particolare in Venezuela. Infatti Juan Pappier, uno degli autori del rapporto, descrive la corruzione delle autorità locali e delle forze armate che permettono il perpetuarsi di queste violazioni dei diritti umani. Siccome la presenza dei militari si concentra per lo più nelle aree urbane, ad Arauca e Apure manca quasi del tutto la protezione e perciò lì “ i guerriglieri sono la polizia”. Sia gli operatori umanitari che i residenti e le vittime hanno raccontato a HRW di come i gruppi armati controllino la vita sociale, economica e politica di queste zone. Infatti, questi hanno tratto beneficiato dalla limitata presenza delle istituzioni statali “offrendo denaro, motociclette e pistole ai bambini per convincerli ad unirsi con loro”. I residenti di queste zone, come si legge nel rapporto, soffrono la povertà e “vivono spesso in condizioni economiche precarie, dormono per le strade o in rifugi di fortuna, faticando a guadagnare soldi e sono sprovvisti di servizi pubblici come l’assistenza sanitaria completa”. Proprio per questo motivo, il confine tra Colombia e Venezuela è diventato un luogo strategicamente importante per il traffico di esseri umani, di droga e per ogni tipo di attività criminale. Anche la situazione degli attivisti per i diritti umani e gli operatori umanitari in queste zone è molto pericolosa: secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, sei attivisti sono stati uccisi ad Arauca soltanto tra gennaio e giugno 2019.
Dunque, HRW ha esortato i governi dei due paesi ad agire per tutelare i diritti umani adottando delle misure preventive adeguate per proteggere gli individui e per garantire alle vittime i loro diritti. Ci si aspetta poi che i governi applichino le norme del diritto internazionale umanitario perché la situazione ad Arauca e ad Apure, secondo HRW, è classificabile come conflitto armato. Il rapporto richiama infine le agenzie delle Nazioni Unite a costruire un piano efficiente per fornire supporto alle vittime di questo conflitto.
Per saperne di più:
https://www.hrw.org/news/2020/01/22/colombia/venezuela-armed-groups-control-lives-border
https://news.un.org/en/story/2020/01/1055272
https://www.theguardian.com/world/2020/jan/21/venezuela-colombia-border-region-human-rights-watch
Autore: Silvia Luminati; Editor: Aleksandra Krol