In un paese dove i conflitti e la violenza appartengono alla vita quotidiana, il cammino verso al pace e la sicurezza non è impossibile, ma di sicuro difficile e lungo. Nel 2015 è stato stipulato l’Agreement on Peace and Reconciliation, che sta infondendo un po’ di speranza per il raggiungimento di un accordo di pace. Purtroppo, la situazione precaria del paese non permette rapidi progressi.
Il Consiglio di Sicurezza ha appreso dal rapporto di Mahamat Saleh Annadif, Rappresentante Speciale e Capo della Missione Multidimensionale di Stabilizzazione Integrata delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA), che la situazione del paese è molto complessa. Da una parte, il Mali sta vivendo un periodo di transizione per il ripristino della pace e della stabilità e sono stati compiuti degli sforzi per accelerare il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione. Dall’altra, Saleh Annadif riporta che il cammino per la pace non è né abbastanza veloce né incoraggiante e ricorda i recenti attacchi avvenuti vicino al confine con Burkina Faso e la morte di un “casco blu” del MINUSMA e il ferimento di un altro.
Lo scorso settembre, il presidente Ibrahim Boubacar Keïta ha dichiarato che il Mali si sarebbe preparato per sostenere un “dialogo nazionale” per il rafforzamento della democrazia e Annadif ne ha confermato l’inizio lunedì 7 ottobre. Avviare un dialogo internamente, vorrebbe dire affrontare le cause dei problemi politici e culturali del paese e dare la possibilità alla popolazione di essere inclusa nel processo di pace. Saleh Annadif ha anche riferito che a novembre si svolgerà, grazie a MINUSMA e UN Women, un workshop per l’inclusione delle donne nel processo di pace.
Per saperne di più, visitare:
https://www.un.org/press/en/2019/sc13981.doc.htm
https://africa.cgtn.com/2019/10/08/un-envoy-in-mali-says-progress-made-towards-peace-and-security/
https://news.un.org/en/story/2019/10/1048802
Author: Giulia Francescon; Editor: Aleksandra Krol