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L'importanza della fiducia nell'azione umanitaria

An ICRC delegate while interviewing people in need in Venezuela An ICRC delegate while interviewing people in need in Venezuela © ICRC

Rassegna web 28-03 novembre 2019, a cura di Federica Pira

 1) Comitato Internazionale della Croce Rossa

 La fiducia è fondamentale per il lavoro umanitario. Ed in effetti le organizzazioni umanitarie non avrebbero successo, o addirittura non esisterebbero, senza la fiducia in esse riposta da parte di tutti i soggetti coinvolti nelle missioni umanitarie. Per mantenere questa fiducia, ogni anno il CICR visita centinaia di centri di detenzione, fornisce aiuti umanitari lungo le fila di decine di conflitti armati e dialoga confidenzialmente con autorità governative, forze armate e gruppi armati.

Nonostante simili sforzi, l'azione umanitaria sta attualmente attraversando numerosi problemi e la ragione di questa recente ammaccatura nella fiducia umanitaria può essere collegata a diversi fattori: in primo luogo, la percezione generale che la neutralità e l'imparzialità umanitaria possano essere manipolate troppo facilmente e cadere nelle mani sbagliate; in secondo luogo, la nuova ondata di scetticismo sull'internazionalismo o sul "globalismo", che sta portando milioni di cittadini occidentali a chiedersi se i soldi degli aiuti spesi all'estero abbiano un buon valore quando c'è urgente pressione in patria; in terzo luogo, gli scandali sul comportamento sessuale e finanziario di alcuni operatori umanitari che - inevitabilmente - hanno finito per rovinare la generale reputazione della professione; infine, la preferenza delle società che ricevono aiuti a "localizzare" questi aiuti, indirizzandoli verso organizzazioni locali e alle autorità nazionali.

Consapevole di quanto sopra, a dicembre 2019, la Conferenza Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa a Ginevra dedicherà un'intera giornata alla discussione sulla "fiducia nell'azione umanitaria". La Conferenza esplorerà due aree principali in cui la fiducia è particolarmente richiesta: il livello operativo dell’azione umanitaria, in quanto è essenziale che il personale umanitario sia riconosciuto e rispettato da tutte le parti in causa (militanti, civili e  autorità politiche); e la dimensione delle garanzie e della responsabilità, poiché la fiducia nell'integrità finanziaria e nel comportamento del personale richiede giustamente che il CICR disponga dei sistemi di salvaguardia e conformità necessari per proteggere le persone ed insieme il denaro investito dai contribuenti.

 

Per saperne di più, leggere:

https://blogs.icrc.org/law-and-policy/2019/10/24/trust-humanitarian/?utm_campaign=DP_Forum%3A%20Trust%20Me%20-%20I%27m%20a%20Humanitarian&utm_source=hs_email&utm_medium=email&utm_content=78481336&_hsenc=p2ANqtz-9c07vXGGzxo-TXMcyHoGhyvt2DAgG6lD1GQdmUOrK1z3WC4WUwnu9FUrTcv73vdvn2jajs2Rfee7j3vmbXnSZWV0N_1w&_hsmi=78481336

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3220891/

 

2) OXFAM

 "Il lavoro umanitario riguarda anche la costruzione della fiducia", afferma Iffat Tahmid Fatema, un’operatrice umanitaria della OXFAM in Bangladesh. "Devi essere sensibile alla cultura e alle tradizioni locali e devi essere un buon osservatore, solo così puoi provare a capire come la gente pensa", afferma.

 Iffat stava frequentando il Master in Bio-Tecnologia presso la Asian University for Women di Chittaong, quando si rese conto per la prima volta di voler lavorare con persone reali, faccia a faccia. Ora insegna salute e igiene ai rifugiati Rohingya che vivono nel campo di Bazar di Cox, aiutandoli a mantenersi in salute e a prevenire l'insorgere di malattie.

 “In questo lavoro, la pazienza è una grande virtù. Quando fa molto caldo o piove a dirotto o sei stanco, potresti non aver voglia di passare un'altra lunga giornata nei campi. Ma poi pensi ai rifugiati e al modo in cui lavori per loro - questo ti motiva ad andare avanti”. Iffat spiega che il personale umanitario e i volontari possono fare ciò che fanno solo se sono credibili ed affidabili. Quando le persone incontrano un operatore umanitario, devono sapere che questa persona ha integrità umanitaria e quindi incarna gli obiettivi puramente umanitari fondati sulla legge, principi e professionalità.

  "Per lavorare con i rifugiati, sono necessarie buone capacità comunicative e iniziativa", spiega. “Devi essere in grado di parlare con diversi gruppi di persone in modi diversi, dai bambini agli anziani e agli imam […] A volte i rifugiati possono sentirsi a disagio con qualcuno che non è come loro… per questo mi aiuta il parlare un linguaggio simile al loro".

 Tuttavia, per avere successo, le organizzazioni e il personale umanitario devono saper mantenere e proteggere questa fiducia. In vista di ciò, OXFAM ha lanciato il progetto "Costruire la fiducia attraverso la responsabilità", uno strumento essenziale progettato per acquisire e gestire elettronicamente il feedback delle comunità con cui Oxfam lavora. Come spiegato da Elrha sul suo Blog Project, "ricevere feedback dalle comunità con cui organizzazioni come Oxfam lavorano, è un pilastro essenziale per garantire che il lavoro sia reattivo e responsabile nelle crisi umanitarie".

 

Per saperne di più, leggi:

https://asia.oxfam.org/blog/five-things-ive-learned-being-humanitarian-aid-worker

https://www.elrha.org/project-blog/building-trust-accountability/

 

 

3) CARE

 La fiducia è particolarmente importante nei casi di violenza sessuale (e /o domestica), in cui le vittime di solito si astengono dal raccontare la propria storia e i crimini finiscono così per essere drasticamente sottostimati. Ciò accade soprattutto in quelle comunità conservatrici, in cui le donne non esercitano gli stessi diritti degli uomini e in cui lo stigma e la paura di ripercussioni svolgono ancora un ruolo importante nella prevenzione della giustizia e della responsabilità.

 Come riportato da CARE, una ONG internazionale impegnata sulla parità di genere e sull'emancipazione delle donne nelle catastrofi umanitarie e nei paesi in via di sviluppo, creare fiducia e comprendere le esigenze delle persone è fondamentale per ottenere risultati positivi. "Quando incontri persone vittime di esperienze così terribili, c'è un desiderio molto naturale di dire loro quanto ti dispiace per quello che hanno attraversato. Ma CARE ci ricorda sempre prima di incontrare queste persone, di non chiedere loro del proprio passato. Sono traumatizzati e può essere molto sconvolgente e pericoloso innescare questi ricordi terribili. Parliamo solo del presente e del futuro, nonostante il desiderio di scusarsi per aver lasciato che il mondo facesse loro tutto questo male”.

 CARE offre pertanto spazi sicuri per donne e ragazze, dove queste ultime possono venire ed incontrarsi, condividere i loro problemi e condividere soluzioni. "Discutiamo regolarmente le esigenze e le priorità con le persone, al fine di sviluppare soluzioni insieme", spiegano. “Abbiamo team di sensibilizzazione che vanno di porta in porta per garantire che questo progetto includa tutti: donne, uomini, giovani e anziani, persone con disabilità. Abbiamo anche meccanismi di reclamo ben sviluppati. […] A volte si tratta di violenza di genere e noi risponderemo in modo appropriato a seconda della natura del caso”.

 Un altro messaggio importante che la CARE vuole far circolare è che "l'assistenza umanitaria è gratuita". Questo è il primo passo per ottenere la fiducia delle persone. "Informiamo le persone che non devono fornire sesso, denaro o altri favori in cambio di terra, beni, cibo o servizi".

 

Per saperne di più, leggere:

https://www.careinternational.org.uk/stories/rohingya-refugees-helping-today-prepare-better-tomorrow

 

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