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Abuso e sfruttamento sessuale in contesti umanitari: prospettive e risposte

La volontaria de L’Osservatorio Clara Cotroneo, relatrice del panel "Working on SEA - experience from the field" alla London School of Economics. La volontaria de L’Osservatorio Clara Cotroneo, relatrice del panel "Working on SEA - experience from the field" alla London School of Economics. Laura Morselli, L'Osservatorio

Una delegazione composta di due volontari dell’Osservatorio ha partecipato al workshop ‘Sfruttamento sessuale e abusi in contesti umanitari: prospettive e risposte’, organizzato dalla London School of Economics.

Nel corso di due giorni (30 novembre e 1 dicembre 2017), il workshop ha visto il contributo di ricercatori e professionisti del settore dell’intervento umanitario, che hanno condiviso i loro risultati, le loro esperienze sul campo e le possibili soluzioni relative al complesso problema al centro dell’incontro. Il workshop ha sottolineato la necessità di maggiore protezione contro gli abusi sessuali, sia per i civili sia per gli operatori umanitari. Alcuni contributi specifici hanno esplorato gli abusi a cui i civili sono sottoposti nei campi profughi e la difficoltà di poter investigare questi casi e di poter ottenere una riposta legale.

Fiifi-edu-Afful, ricercatore e capo delle Peace Support Operations (PSO), ha sottolineato l’importanza per gli operatori di missioni di pace di essere sottoposti a corsi specifici pre-schieramento nel ridurre il numero di reati perpetrati. Kelly-Jo Bluen (ricercatrice presso la London School of Economics and Political Science) e Yassin Brunger (femminista africana e avvocato internazionale) hanno parlato della questione dell'impunità e della responsabilità penale, affermando come la frequente incapacità di ottenere giustizia per reati a sfondo sessuale sia un problema fondamentale. In relazione a quest’ultimo tema, Kirstie Farmer, ricercatrice e assistente legate a Consiglio dei Rifugiati di Norvegia, ha presentato il suo lavoro sull’uso del test del DNA nell’investigazione di casi di violenza sessuale perpetrati da operatori di missioni di pace. Capucine Fouchier, advisor e specialista per il Network di Supporto alla Salute Mentale e Psico-sociale (MHPSS), è intervenuta sulla discriminazione e le molestie sessuali subite dalle operatrici umanitarie. Molti altri professionisti hanno arricchito il workshop e la discussione sul tema della violenza e dello sfruttamento sessuale in contesti umanitari.

Il contributo delle nostre volontarie Clara Cotroneo e Laura Morselli si è concentrato sulle campagne contro lo sfruttamento sessuale e gli abusi in contesti di traffico umanitario in regioni in cui un conflitto è in atto o si è recentemente concluso, messe in atto dagli attori della società civile. Con la continua ridefinizione del ruolo della società civile, frequentemente messo in discussione e ri-negoziato, è sempre più importante il ruolo di professionisti e attivisti nell’indirizzare le comunità e i loro leaders.  La comunicazione effettiva è fondamentale per mobilitare le comunità ed influenzare le politiche dei governi. Nel loro studio, le nostre volontarie hanno investigato le campagne sui social media (Twitter) di varie ONG, come … , impegnate a combattere lo sfruttamento sessuale e il traffico di esseri umani. La ricerca ha individuato le caratteristiche che un tweet deve avere per poter innescare coinvolgimento. La domanda principale a cui lo studio ha voluto dare una risposta è la seguente: “Nel campo dello sfruttamento sessuale e del traffico di esseri umani, quali sono i tweets che ottengono il maggior numero di condivisioni? Che caratteristiche hanno questi tweets?”. La risposta a questa domanda può aiutare le ONG a capire meglio cosa spinge le persone a confrontarsi con le questioni globali e ad agire su di esse. L’analisi sui social media è stata integrata e arricchita con interviste a funzionari di comunicazione presso organizzazioni di tutto il mondo, come Devatop, Maiti Nepal e Hope for Justice. A nome di L'Osservatorio, vorremmo ringraziare calorosamente tutti gli intervistati per aver condiviso il loro tempo e le loro pratiche e per aver migliorato la nostra comprensione del duro lavoro di advocacy.

Siamo fermamente convinti che la costruzione di una società giusta passi attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti e sosteniamo con forza il duro lavoro delle ONG in tutto il mondo contro lo sfruttamento sessuale e il traffico umanitario. Per questa ragione, invitiamo le ONG che desiderino contribuire alla ricerca o necessitino di suggerimenti su come strutturare le loro campagne online a mettersi in contatto con noi. In ultimo, vorremmo ringraziare la London School of Economics per aver creato uno spazio per discutere uno dei temi più urgenti in contesti umanitari.