Myanmar: il blocco agli aiuti umanitari costituirebbe crimine internazionale

I Rohingya fuggono dalle violenze in Myanmar I Rohingya fuggono dalle violenze in Myanmar © Suvra Kanti Das via iStock

La violazione dei diritti umani in Myanmar è costantemente sotto attacco dal golpe del 1° febbraio 2021 che ha visto una giunta militare salire al potere.

Tra febbraio 2021 e aprile 2023, almeno 3.452 persone sono morte per mano dell'esercito e dei suoi affiliati, 21.807 persone sono state arrestate e 5.839 sono state condannate senza il rispetto delle garanzie giudiziarie. 15,2 milioni di persone necessitano di aiuti alimentari. Sono 17,6 milioni le persone che hanno bisogno di una forma di assistenza umanitaria, un terzo della popolazione, con un enorme aumento rispetto al milione di persone prima del colpo di Stato.

Una conseguenza fondamentale della presa di potere della giunta militare è il drastico peggioramento della sicurezza degli operatori umanitari. Secondo quanto dichiarato dal portavoce dell'ONU per i diritti umani, Ravina Shamdasani, il personale umanitario rischia costantemente di essere arrestato, molestato, sottoposto ad altri maltrattamenti o addirittura ucciso. Fino a 40 operatori umanitari sono stati uccisi, 28 feriti e 212 arrestati, sebbene si debba notare come queste cifre probabilmente rappresentino solo una piccola stima della realtà. Invece di considerare gli operatori umanitari come attori che necessitano di una protezione speciale, la giunta militare li vede come parte della popolazione che si oppone al governo.

I militari stanno applicando la cosiddetta 'strategia dei quattro tagli', sviluppata e attuata per la prima volta in Myanmar negli anni '60. Questa consiste nel privare gli oppositori delle loro principali fonti di finanziamento, cibo, intelligence e reclute. Si basa su tattiche che includono l'incendio di interi villaggi, l'uso di attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria, mine antiuomo e posti di blocco militari, nonché arresti arbitrari, sparizioni forzate, torture e maltrattamenti. La sua attuazione sistematica ha provocato lo sfollamento di massa di oltre un milione di persone. Dall'inizio del 2023, sono aumentati gli attacchi agli sfollati interni. L’11 aprile a Pazigyi dei bombardamenti aerei militari hanno ucciso 168 persone, tra cui donne e bambini. Nell'attuare la sua politica, l'esercito ha ucciso e ferito migliaia di civili, distruggendo al contempo proprietà e infrastrutture essenziali, tra cui rifugi e centri medici. In violazione del diritto internazionale, l'esercito ha preso di mira le operazioni umanitarie attraverso un sistema completo di misure militari e la strumentalizzazione della sfera legale e amministrativa, costringendo gli operatori umanitari a smettere di assistere la popolazione o a farlo a grande rischio personale. "I leader militari stanno cercando di seminare un clima di paura nella stragrande maggioranza della popolazione civile, per dissuaderla dal fornire qualsiasi forma di sostegno ai gruppi armati, o per spaventarla e indurla a sostenere o almeno ad accettare i militari come governanti del Paese", ha detto James Rodehaver, capo del team dell’OHCHR in Myanmar. La giunta militare ha negato di aver preso di mira i civili, affermando che le sue operazioni sono contro "terroristi" che cercano di destabilizzare il Paese.

"L'ostruzione o la negazione deliberata dell'assistenza umanitaria può costituire una seria violazione della legge internazionale sui diritti umani e gravi violazioni della legge umanitaria internazionale", ha affermato Ravina Shamdasani.

 

Per saperne di più:

https://news.un.org/en/story/2023/06/1138262

https://www.ohchr.org/en/press-briefing-notes/2023/06/myanmar-dire-humanitarian-and-human-rights-situation-compounded

https://www.ohchr.org/en/press-releases/2023/03/militarys-four-cuts-doctrine-drives-perpetual-human-rights-crisis-myanmar#:~:text=The%20military%20employs%20its%20so,elements%20from%20access%20to%20food%2C

 

di Elena Ricci 

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