Risale a venerdì 2 Agosto 2024, l’ultimo attacco terroristico in Somalia – la cui responsabilità è reclamata dal gruppo terrorista al-Shabaab. Sulla spiaggia Lido Beach di Mogadiscio, ampiamente frequentata dai locali sia per svago che per attività professionali quali l’organizzazione di piccoli mercati, si è verificato uno scontro aperto tra i militanti e le forze di sicurezza somale per concludersi poi con un attacco suicida da parte dei uno dei membri del gruppo.
L’esplosione massiccia ha portato a 37 morti e 200 feriti accertati, diventando uno dei più violenti attentati suicidi negli ultimi due anni nella capitale somala – secondo solo agli attacchi terroristici che hanno colpito la città a ottobre 2022(causando più di 400 vittime tra decessi e feriti).
L’attentato è stato al centro delle condanne da parte dell’ONU, tra cui un diretto intervento dal Segretario Generale A. Guterres e J. Swan (Rappresentante Speciale del Segretario Generale in Somalia). Entrambi non hanno perso l’occasione per focalizzare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza sulla situazione in Somalia – uno stato fallito ormai da più di due decenni, in preda ad una crisi climatica ed alimentare senza precedenti e tenuto sotto scacco dai militanti islamicAl-Shabaab è ormai operativo in Somalia dal 2002, diventando un longevo e stabile affiliato di Al-Qaeda nel Corno d’Africa. Ha negli anni sviluppato diversi modus operandi – partecipazione al traffico di esseri umani, contrabbando di armi e riciclaggio di denaro, diventando forte abbastanza da strappare posizioni territoriali al controllo del legittimo potere statale. A tal proposito, nel 2011 il gruppo jihadista ha raggiunto l’apice della sua espansione territoriale, con l’80% della nazione de facto soggetta ad esso, che ne riscuoteva tasse (la Zakat) e bloccava l’accesso agli aiuti umanitari. Nel corso degli anni la situazione limite in cui è precipitata la Somalia ha richiesto l’intervento di missioni congiunte di contro-insurrezione e peacekeeping, di cui l’ultima è AMISOM, a guida Unione Africana sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Nonostante alcuni progressi nel respingere l’insurrezione jihadista, gli stati partecipanti alla missione stanno progressivamente riducendo le truppe, il che lascia ad Al-Shabaab ampie possibilità di espansione ai danni dei civili. Infatti, oltre alla brutalità dei suoi attentati, si aggiunge la persistenza delle azioni parti della strategia territoriale del gruppo, volta al reclutamento di individui, conquista territoriale e controllo violento della popolazione civile. A questo proposito si citano dunque gli incendi dei pochi campi coltivati dell’arida Somalia, l’uccisione del bestiame, il saccheggio dei villaggi, avvelenamento dell’acqua nei pozzi, la richiesta di pagamento per garantire accesso alle fonti idriche e gli assalti agli aiuti umanitari inviati dall’ONU e varie NGOs.
In conclusione, i cittadini della Somalia si trovano da due decenni – e con ormai poche speranze di cambiamento – sotto diretta e indiretta minaccia del terrorismo islamico. Quest’ultimo si aggiunge alle diurne problematiche che ci si trova ad affrontare per la siccità, malattie e povertà generalizzata, costringendo in molti a rifugiarsi oltre confine o nei pochi e sovraffollati campi per rifugiati allestiti e gestiti dalle agenzie parte del sistema ONU insieme ad altre entità umanitarie.
Per saperne di più:
- https://news.un.org/en/story/2024/08/1152806
- https://news.un.org/en/story/2024/06/1151396
- https://unsom.unmissions.org/united-nations-condemns-terrorist-attack-mogadishu-beach
- https://press.un.org/en/2024/sc15741.doc.htm
- https://www.cfr.org/backgrounder/al-shabaab
- https://insecurityinsight.org/wp-content/uploads/2023/02/Somalia-Conflict-Hunger-and-Aid-Security-February-2023.pdf
- https://www.gulf-times.com/story/530976/32-die-in-somalia-after-drinking-from-well
- https://www.bbc.com/news/world-africa-54690561
- https://amisom-au.org