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Cisgiordania: le nuove restrizioni isolano ulteriormente i palestinesi

Nuove restrizioni all’accesso in Cisgiordania Nuove restrizioni all’accesso in Cisgiordania Ronen Zvulun/Reuters

23 gennaio 2023

Le nuove linee guida israeliane sull’accesso in Cisgiordania minacciano di isolare ulteriormente i palestinesi dalla società civile globale e dalle loro famiglie

Le linee guida, entrate in vigore nell’ottobre 2022 e modificate a dicembre dello stesso anno, introducono nuove procedure e restrizioni all’accesso e alla residenza in Cisgiordania e procedure distinte per l’ingresso in Israele. Queste nuove regole rafforzano quelle già esistenti, per cui le autorità israeliane avevano già reso difficile lavorare, vivere, studiare in Cisgiordania.  Infatti, tra le diverse categorie di individui a cui si applicano le restrizioni, si trovano anche studenti, volontari e accademici che, per svolgere le proprie attività in Cisgiordania, devono presentare una domanda in anticipo all’esercito israeliano, presso un’ambasciata israeliana all’estero o attraverso l’Autorità Nazionale Palestinese. Queste restrizioni esasperano dunque la frammentazione del popolo palestinese. Infatti, come ha dichiarato Eric Goldstein, vice direttore del Medio Oriente di Human Rights Watch, "questa politica è pensata per indebolire i legami sociali, culturali e intellettuali che i palestinesi hanno cercato di mantenere con il mondo esterno."

Per ottenere il permesso, bisogna fornire informazioni personali dettagliate – come, per esempio, dichiarare se si possiedono proprietà o se verranno ereditate –  ed esplicitare lo scopo della visita alle autorità israeliane. Diversi testimoni hanno dichiarato che questa modalità impedisce alle persone di iniziare la procedura per ottenere il permesso di soggiorno. A tal proposito, viene spesso consigliato di richiedere un visto turistico israeliano, che può essere ottenuto da coniugi, figli o parenti di primo grado dei palestinesi in Cisgiordania, imprenditori o investitori, giornalisti accreditati dalle autorità israeliane. Questi permessi di visita durano soltanto tre mesi – e possono essere rinnovati per altri tre mesi solo per “circostanze eccezionali “ – mentre il permesso previsto dalle linee guida ha una durata di 27 mesi.

Dalle linee guida si evince che Israele consideri la Cisgiordania parte integrante del proprio Stato, riferendosi all’area come “Giudea e Samaria”. Secondo Human Rights Watch e anche secondo diversi giuristi, le informazioni personali richieste per ottenere il permesso di ingresso potrebbero essere utilizzare per esercitare un controllo ancora più stringente e invasivo sul popolo palestinese, limitandone la possibilità di creare o coltivare legami sociali o intellettuali. 

 

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By Amalia Ranieri

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