Il 19 aprile 2022, nel quartiere di Kabul Dasht-e-Barchi, principalmente sciita-hazara, sono esplosi due ordigni improvvisati, che hanno preso di mira la Abdul Rahim Shaheed High School, uccidendo almeno sei persone e ferendone altre 17.
Tra i morti nei bombardamenti, secondo le autorità, c'erano anche studenti; le esplosioni sono avvenute quando i bambini stavano lasciando la classe dopo le lezioni del mattino. Il primo è esploso all'interno della scuola. Secondo Reuters, a seguito della dichiarazione informativa di un funzionario il cui nome non è stato divulgato, i dispositivi esplosivi sono stati nascosti negli zaini e uno è detonato all'interno dei cancelli della scuola. Quando i soccorritori sono arrivati per trasportare i feriti dalla prima esplosione agli ospedali, si è verificata la seconda esplosione. Gli incidenti sono avvenuti in rapida successione, e si temeva che il numero delle vittime potesse essere più alto, a causa delle gravi condizioni di numerosi feriti.
Anche se nessuna organizzazione ha rivendicato la responsabilità per l’attentato per ora, la regione è stata precedentemente presa di mira da ISIL, affiliata ad ISIS, che vede i musulmani sciiti come eretici e che è sfuggita al controllo delle autorità talebane già in passato. I parenti degli studenti rimasti feriti dalle bombe si sono presentati di fronte alle porte dell’ospedale dove erano state trasferite le vittime, alla ricerca di informazioni sull’accaduto, e sono stati respinti dai talebani.
Le esplosioni sono state condannate dal direttore nazionale di Save the Children Afghanistan Chris Nyamandi, insieme a Filippo Grandi, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati che ha espresso cordoglio alle famiglie delle vittime su Twitter, unendosi a Deborah Lyons, la rappresentante speciale dell'organismo mondiale per l'Afghanistan. L'attacco arriva dopo un periodo di relativa calma durante i duri mesi invernali, l'ISIS ha posto la più grande minaccia alla sicurezza per le autorità talebane, le quali si sono precipitate a Kabul dopo il ritiro dei soldati statunitensi lo scorso anno.
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Autore: Viola Rubeca