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Burkina Faso, civili tra il conflitto e l’insicurezza alimentare

Bambino africano Bambino africano Photo by Javier on Albumarium

13 settembre 2021

Le autorità locali e gli aiuti umanitari internazionali stentano ad arginare il problema degli sfollati interni e dell’insicurezza alimentare.

Il braccio umanitario dello Stato (CONASUR), attualmente dichiara più di 1.4 milioni di persone in Burkina Faso come sfollati interni, 275.000 dei quali costretti a fuggire dalle loro case solo negli ultimi 5 cinque mesi. Nonostante i dati allarmanti forniti dalla International NGO Safety Organisation, che riportano oltre 480 vittime civili causate dalla impennata di violenza nella zona a partire da maggio, la risposta da parte degli aiuti umanitari internazionali e locali risulta inadeguata. 

Intere famiglie sfollate negli ultimi mesi provenienti dal villaggio di Nogo riferiscono di essere state attaccate da uomini armati in data 07/07/2021. Attualmente hanno trovato rifugio in una scuola di Ouahigouya. Coloro che sono sopravvissuti agli attacchi e hanno perso le loro case si trovano ora a fronteggiare un problema di sicurezza alimentare sempre più grave e l'impossibilità di ritornare a casa per paura di nuovi attacchi:  "Abbiamo visto persone arrivare e iniziare a sparare. Sono venuti nelle nostre case e hanno sparato ai nostri figli" afferma Rouamba, una madre sfollata del villaggio di Nogo. "Siamo fuggiti qui, ma non c'è cibo [...] Stiamo considerando di tornare a casa, ma abbiamo molta paura di essere uccisi, quindi per ora restiamo".

Secondo il Norwegian Refugee Council, 4.8 milioni di burkinabé si trovano in condizioni di insicurezza alimentare e circa 2.9 milioni in condizioni di insicurezza alimentare acuta.

Amadou, leader del comitato della comunità di Arbinda, è ora sfollato a Dori. Intervistato dal portavoce del Norwegian Refugee Council (NRC) Tom Peyre-Costa, ha espresso preoccupazione riguardo all'efficacia degli aiuti umanitari:  "[...] Ogni giorno, la gente viene da me e mi dice di chiedere al governo più aiuto. Ci dicono di avere pazienza e che al momento non c'è niente". La sua dichiarazione non risulta sorprendente alla luce della recente dichiarazione di Manenji Mangundu, direttore del NRC in Burkina Faso. Infatti, parlando con l'Associated Press News, Mangungu affronta discorso del fallimento da un lato delle operazioni umanitarie e dall’altro delle stesse autorità nell'assistere gli sfollati in Burkina Faso: "Una carenza critica di fondi per gli aiuti, combinata con una mancanza di capacità delle autorità locali, sta rendendo impossibile alle agenzie di soccorso come la nostra di rispondere in tempo".

La risposta potrebbe risiedere in un'azione congiunta internazionale, infatti, il 07/09/2021 il Ministro della Difesa maliano Sadio Camara ha discusso con il Presidente del Burkina Faso Roch Marc Christian Kabore la possibilità di una cooperazione bilaterale per combattere il terrorismo nella zona come questione condivisa.

 

Fonti:

https://reliefweb.int/report/burkina-faso/burkina-faso-275000-people-forced-flee-new-surge-violence

https://nrc.smugmug.com/Country-Programmes/Burkina-Faso/2021/Displaced-people-in-Burkina-Faso-stuck-in-a-bind/n-fqS77G/i-QVKcfkt

https://www.dropbox.com/sh/zledsuxf23rz70b/AADuNFe8pbxzyBF-66L2D9oCa?dl=0&preview=Timecode+for+B-Roll+Burkina+Faso+September+2021+%2B.docx 

https://reliefweb.int/report/burkina-faso/burkina-faso-275000-people-forced-flee-new-surge-violence 

https://www.thedefensepost.com/2021/09/08/burkina-mali-joint-force/ 

https://www.britannica.com/place/Burkina-Faso

 

Autore: Arianna Previtera

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