Il 31 dicembre 2020, Ghaith Hussein al-Alou, un bambino di soli sei anni, è stato ucciso vicino alla sua scuola a Sarmin, Idlib. Stava cercando legna da ardere con la sorella e il cugino dopo la scuola quando ha trovato la bomba inesplosa, che è poi esplosa nelle sue mani. L’ordigno inesploso proviene, secondo la comunità locale, da un attacco con munizioni a grappolo sganciato su una scuola l'anno scorso, il 1° gennaio 2020, quando 12 persone sono rimaste uccise.
La tragica notizia è stata riportata da Syria Relief, che gestisce 306 scuole in Siria a beneficio di oltre 100.000 bambini. Il suo direttore generale, Othman Moqbel, ha giustamente dichiarato: "Un bambino di sei anni ha un'immaginazione così vasta, ma non avrebbe mai potuto immaginare che questo dispositivo fosse stato fatto cadere con l'intento di uccidere lui e i bambini come lui".
Incidenti come questo sono spaventosamente comuni in zone di guerra come la Siria. Per evitare altri episodi del genere, Syria Relief si è impegnata a diffondere un maggior numero di corsi di formazione sulla consapevolezza degli ordigni inesplosi nelle scuole in cui opera e per le comunità in cui lavora. "Purtroppo la realtà in Siria è che i bambini di sei anni hanno un disperato bisogno di essere addestrati su come evitare di essere fatti saltare in aria", conclude tristemente Moqbel.
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Autore: Laura De Pascale; Editor: Barbara Caltabiano