Il Mali è a un "bivio", dove il governo di transizione promuove un dialogo pacifico tra comunità rivali e l'abbandono della "logica delle milizie". Tuttavia, questi primi segnali di stabilità sono tormentati da una grave crisi che coinvolge diverse dimensioni sociali, come la salute, la sicurezza e gli sforzi umanitari, minacciando di riportare il Paese alla sua condizione di instabilità.
Il primo problema che influenza gli sforzi per la risoluzione dei conflitti è la crisi sanitaria, causata dalla pandemia globale del Covid-19. Nonostante lo stato di emergenza dichiarato il 19 dicembre 2020 e le altre misure di emergenza adottate dal governo per sensibilizzare sulla diffusione del virus, il numero di casi di Covid-19 è aumentato in modo drammatico (fino a 76.000 casi totali) tra novembre e dicembre 2020. Inoltre, ha portato alla chiusura di scuole e ristoranti e all'interruzione delle udienze pubbliche, alimentando una crisi securitaria di lunga durata. La popolazione risente infatti del deterioramento delle condizioni di sicurezza nelle regioni settentrionali e centrali a causa della presenza di gruppi armati come Al-Qaeda che commettono attacchi e rapimenti e utilizzano ordigni esplosivi improvvisati (IED). Accanto alle misure contro il covid-19, il governo ha quindi rafforzato le misure antiterrorismo, dando il via libera alle ricerche diurne e notturne in "tutti i luoghi". Poiché queste misure implicano anche il "controllo della stampa", si sono inevitabilmente sollevate preoccupazioni in merito alla libertà di espressione e ai diritti civili. Tuttavia, hanno negato agli operatori di pace l'accesso a parti delle regioni centrali e settentrionali, influenzando drasticamente gli sforzi di riconciliazione e portando il paese sull'orlo di un'emergenza umanitaria.
Nonostante questa crisi pluridimensionale, le speranze di pace sono ancora ampiamente diffuse nella popolazione. Giovedì 5 novembre, il governo di transizione e il Ministro della riconciliazione nazionale hanno promosso un forum di riconciliazione intercomunitaria nella città di Niono, nella regione di Segou, volto ad allentare le tensioni tra le diverse comunità nel cercle (area amministrativa in Mali), tra cui i gruppi rivali dei Dozo e del Peule. L’accordo firmato da tutte le parti rappresenta una reale opportunità per una “transizione verso la pace” e l’interruzione del ciclo di violenza che da anni attanaglia il Paese.
Per saperne di più:
https://reliefweb.int/country/mli?figures=all
https://www.worldometers.info/coronavirus/country/mali/
Autore: Sara Mariani; Editor: Maxime Grenier