Dieci anni di guerra, povertà e sfollamento in Siria hanno reso l’istruzione sempre più inaccessibile ai bambini e la pandemia ha esacerbato questa drastica situazione. Ancora prima della pandemia, alla fine del 2019, circa 2.45 milioni di bambini (uno su tre) non avevano accesso all’istruzione nel nord della Siria. La pandemia ha raddoppiato questi numeri e, attualmente, due terzi dei bambini in Siria non ricevono un’istruzione.
Secondo un’analisi condotta da Save the Children, la povertà sarebbe la causa principale di abbandono scolastico in Siria. I costi dell’istruzione sommati al basso reddito delle famiglie comportano il ricorso, da parte di queste ultime, al lavoro minorile come fonte di sostentamento, tenendo i bambini fuori dalle scuole. Il 60% degli insegnanti intervistati da Save the Children ha affermato che la pandemia ha influito negativamente sulla continuità dell’apprendimento. Molti bambini, infatti, non hanno potuto sostituire l’apprendimento in presenza con quello da remoto, non avendo i mezzi necessari.
Il 10 dicembre, Save the Children ha pubblicato un rapporto intitolato “Reversing Gains” in cui esprime profonda preoccupazione per le carenze nell’istruzione in Siria, che rischiano di compromettere il futuro sviluppo dei bambini siriani e dell’intero Paese. L’organizzazione non-governativa ha, inoltre, chiesto ai donatori di finanziare progetti mirati a ridurre la povertà delle famiglie siriane, per risolvere le cause profonde del problema.
Per saperne di più:
https://www.unicef.org/stories/syria-another-year-crisis
Autore: Margherita Curti; Editor: Matteo Consiglio