Dopo lo scoppio dell'epidemia da COVID-19, almeno 215 civili sono stati uccisi a seguito degli scontri tra i militari e l’Arakan Army (AA), ritenuta dallo Stato un'organizzazione terroristica che opera negli stati di Rakhine e del sud del Chin. Inoltre, 350 sono i feriti dal 23 marzo 2020, quando il Myanmar ha registrato i primi due casi della malattia.
Da fine agosto ad inizio settembre 2020, sono state identificate diverse vittime civili. Dopo il lancio di granate nel villaggio di Nyaung Kan, nel comune di Myebon, la settimana scorsa, tra le vittime civili più recenti ci sono due bambini di sette anni. Inoltre, i comuni con il maggior numero di morti civili del conflitto sono Paletwa nel Chin, così come Buthidaung, Rathedaung e Kyauktaw.
Le cifre sono particolarmente preoccupanti perché suggeriscono che le vittime civili del conflitto sono aumentate drammaticamente quest'anno. Una delle spiegazioni di questo aumento potrebbe essere dovuta alla minaccia che la pandemia COVID-19 rappresenta. Un'altra ragione risiede nel prolungamento del cessate il fuoco fino alla fine di settembre da parte di Tatmadaw, l'esercito nazionale del Myanmar. L’esercito militare ha però continuato a rifiutare di estendere geograficamente il cessate il fuoco al Rakhine e al Chin, facendo aumentare ulteriormente gli scontri in quelle zone.
Infine, è molto difficile confrontarsi con le parti direttamente coinvolte. Da un lato, i tentativi dei giornalisti di raggiungere i rappresentanti dell'AA sono molto rischiosi a causa delle attuali leggi antiterrorismo. Dall'altro, il team giornalistico del Tatmadaw non accetta richieste di commenti da parte dei notiziari locali.
Per saperne di più:
https://www.aljazeera.com/news/2020/09/rakhine-military-feared-coronavirus-200913234754274.html
https://foreignpolicy.com/2020/09/03/myanmar-coronavirus-covid-rakhine-ceasefire/
Autore: Barbara Caltabiano; Editor: Gianmarco Italia
