Myanmar: corte marziale, una messa in scena per eludere responsabilità

In questa foto del 2017, una casa brucia nel villaggio di Gawdu Tharya vicino a Maungdaw, nello stato di Rakhine. In questa foto del 2017, una casa brucia nel villaggio di Gawdu Tharya vicino a Maungdaw, nello stato di Rakhine. AFP

7 luglio 2020

Secondo gli osservatori, i processi farsa minimizzano le atrocità, individuano capri espiatori e assicurano ai massimi vertici l'impunità

Dopo aver ripetutamente omesso di indagare sui crimini dei loro militari contro il popolo rohingya, le autorità del Myanmar hanno reso note tre condanne di basso livello riguardanti la strage a Gu-Dar-Pyin, nello stato di Rakhine, nel 2017. Gli osservatori di Human Rights Watch (HRW) hanno giudicato questo processo una farsa per sfuggire ancora una volta alle vere responsabilità. I militari non hanno rilasciato ulteriori dettagli, adducendo come motivazione la necessità di salvaguardare il morale dell’esercito.

HRW ha giudicato 'farsesco' il tentativo di fingere di aver punito i responsabili di fronte alle Nazioni Unite che, insieme ai media internazionali e ai gruppi di attivisti per i diritti umani, hanno ampiamente documentato la strage di Gu-Dar-Pyin, parte della campagna di atrocità che ha costretto 740.000 rohingya a fuggire. 300-400 persone furono uccisi a Gu-Dar-Pyin, donne e ragazze furono violentate, e l'intero villaggio fu incendiato. Il governo nega queste accuse, sostenendo che i militari hanno risposto all'attacco di un gruppo ribelle.

L'esercito del Myanmar ha a lungo nascosto i suoi crimini dietro processi simbolici e finte indagini, conscio di essere intoccabile dalla giustizia civile. Le poche condanne precedenti per violazioni dei diritti umani nei confronti dei rohingya si sono concluse con la grazia da parte dell'esercito. Il governo si dichiara disposto a punire i colpevoli, ma HRW afferma che questo significherebbe aprire Rakhine agli investigatori internazionali, tra cui le Nazioni Unite e la Corte penale internazionale, che ha già avviato un'indagine pertinente.

Lo scorso dicembre, alla Corte internazionale di giustizia (ICJ), Aung San Suu Kyi ha ribadito l'impegno del suo governo per garantire giustizia. L'ICJ ha ordinato al Myanmar di lavorare di più, ma le recenti condanne equivalgono a sacrificare ufficiali di basso rango per preservare l'impunità di coloro che hanno ordinato le atrocità. La comunità internazionale deve richiedere l'ingresso di investigatori indipendenti, afferma HRW, poiché lo stesso Myanmar non indagherà mai in modo credibile. Solo in questo modo, spiega HRW, i responsabili di questi crimini contro l'umanità affronteranno la giustizia.

 

Per saperne più:

https://www.hrw.org/news/2020/07/03/myanmar-court-martial-latest-accountability-sham

https://www.aljazeera.com/news/2020/06/myanmar-finds-troops-guilty-rohingya-atrocities-court-martial-200630101738034.html

https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmar-military-faulted-information-blackout-massacre-prosecutions.html

 

Autore: Edward Jarvis; Editor: Sara Gorelli

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