Royingya: viaggi pericolosi e scarse speranze di ottenere asilo

Al largo delle coste della Malesia, centinaia di Rohingya cercano salvezza su una barca  Al largo delle coste della Malesia, centinaia di Rohingya cercano salvezza su una barca Amnesty International Thailand

16 giugno 2020

Human Rights Watch segnala il non rispetto degli obblighi internazionali: ai rifugiati Rohingya vengono negati assistenza e soccorso

I rifugiati Rohingya, che fuggono dal Myanmar e dal Bangladesh, affrontano rischiosi viaggi in mare senza alcuna garanzia di ricevere assistenza o asilo dai paesi vicini, riferiscono i rapporti di Human Rights Watch (HRW). I rifugiati affrontano mesi in mare in condizioni di forte pericolo, la detenzione in isole remote e, in molti casi, la morte. Il primo semestre di quest'anno ha frequentemente visto imbarcazioni lasciare il Bangladesh con centinaia di rifugiati in fuga da campi sovraffollati. Sebbene il Myanmar sia il principale responsabile della crisi dei Rohingya, anche i Paesi vicini si rendono colpevoli di sottrarsi agli obblighi umanitari e al diritto internazionale.

Le autorità della Malesia non hanno accolto le imbarcazioni, attuando i cosiddetti “respingimenti” e prolungando così le pericolose condizioni delle persone a bordo. La maggior parte di coloro che riesce a raggiungere la terraferma, nonostante presenti lesioni fisiche, rischia l'arresto; mentre coloro che tornano indietro rischiano la detenzione in ospedali psichiatrici del Bangladesh. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) chiede assistenza umanitaria urgente per i Rohingya in fuga, ma la Malesia non ha accolto l’appello. La marina thailandese nega di aver visto le navi e il Bangladesh si sottrae a ulteriori responsabilità. Anche se le politiche sui rifugiati si differenziano, tutti i Paesi sono obbligati a prestare soccorso alle imbarcazioni in pericolo. La Malesia sostiene che la sua posizione si inserisce nella risposta del Paese al Covid-19, ma la pandemia non fornisce alcuna base legale per legittimare il respingimento delle imbarcazioni. Gli obblighi internazionali prevedono l’accesso all’asilo per i rifugiati e vietano i rimpatri che ne possano mettere in pericolo la vita.

I campi del Bangladesh ospitano circa 900.000 Rohingya fuggiti dalle violenze in Myanmar. Qui circa 600.000 persone si trovano in villaggi esposti a discriminazioni, persecuzioni e conflitti in corso. HRW invita i Paesi vicini a fare pressioni sul Myanmar affinché affronti le cause alla base della crisi e consenta l'accesso all’assistenza internazionale. Sebbene la responsabilità sia principalmente del governo del Myanmar, si estende anche ai Paesi in cui i Rohingya cercano rifugio. HRW evidenzia che la pandemia possa diventare un'opportunità per riconoscere obiettivi umanitari comuni e non una causa di aumento delle divisioni. L’Organizzazione riprende, inoltre, l’appello dell'UNHCR ai Paesi del Sud-est asiatico per la promozione del salvataggio, dell'assistenza e della protezione internazionale nei confronti dei Rohingya.

 

Per saperne di più:

https://www.hrw.org/news/2020/06/12/malaysia/thailand-allow-rohingya-refugees-ashore

https://www.aljazeera.com/news/2020/06/unwanted-bangladesh-malaysia-reject-rescued-rohingya-refugees-200610004345553.html

https://www.channelnewsasia.com/news/asia/malaysia-detain-rohingya-migrants-langkawi-12816766

 

Autore: Edward Jarvis; Traduzione: Leyla El Matouni

Letto 367 volte