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Dichiarazione ONU e CICR sull’uso di armi esplosive e Covid-19

Edifici distrutti da armi esplosive nelle vicinanze di Ramouseh nella parte orientale di Aleppo, Siria Edifici distrutti da armi esplosive nelle vicinanze di Ramouseh nella parte orientale di Aleppo, Siria Hassan Ammar/ AP Photo

1 giugno 2020

L’ONU e il CICR chiedono congiuntamente un cessate il fuoco per consentire ai sistemi sanitari di riprendersi e alle comunità di affrontare la pandemia da Covid-19

 Il 27 maggio l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno chiesto alle parti in guerra, nelle aree affette da conflitti, di aderire ad una tregua. Nella dichiarazione le due organizzazioni hanno ribadito la pericolosità dell’utilizzo di armi esplosive con effetti a largo raggio nelle aree popolate e hanno segnalato il peggioramento delle condizioni di vita dei civili a causa della diffusione del coronavirus.

Le armi esplosive sulle aree popolate rappresentano uno dei maggiori rischi per i civili, in particolare per i loro effetti massicci e indiscriminati. L’ONG Action on Armed Violence ha stimato che, quando usate in città e villaggi, 9 vittime su 10 sono civili. I dati dell’Organizzazione riportano che nel 2019 almeno 17.904 dei feriti o delle vittime di armi esplosive erano civili. 

 Per le vittime di queste guerre e in particolare dell’utilizzo di queste armi la situazione si è ulteriormente aggravata a causa della diffusione del Covid-19. In paesi come l’Afghanistan, la Libia, la Siria, lo Yemen, il protrarsi dei conflitti e l’uso di armi esplosive ha causato enormi danni ai sistemi idrici e elettrici e alle strutture ospedaliere.  Ciò rende difficile l’adozione da parte della popolazione di misure preventive rispetto al virus come il semplice  lavaggio delle mani. Il Segretario Generale dell’Onu ha inoltre affermato che la crisi da Covid-19 si sta trasformando in una “crisi di protezione” con il rischio di abusi delle misure emergenziali al fine di controllare i movimenti della popolazione o nell’erogazione dei servizi.

Fino ad ora diversi governi, organizzazioni regionali, gruppi della società civile e gruppi armati non-statali hanno accolto gli appelli per un cessate il fuoco globale per consentire agli operatori sanitari di portare soccorso alle popolazioni che vivono nelle zone di guerra, ma molti li hanno ignorati.  L’ ONU e il Comitato Internazionale della Croce Rossa esortano ad agire immediatamente al fine di evitare il collasso dei sistemi sanitari di fronte a questa “nuova immensa minaccia all’umanità rappresentata dal COVID-19”.

 

Per saperne di più:

 https://www.icrc.org/en/document/joint-unicrc-op-ed-explosive-weapons-populated-areas-and-covid-19

https://www.un.org/press/en/2020/sc14196.doc.htm

https://www.icrc.org/en/document/covid-crisis-becoming-protection-crisis

https://aoav.org.uk/

https://www.icrc.org/en/document/covid-19-movement-appeal

http://www.inew.org/un-secretary-general-emphasises-continued-civilian-suffering-in-annual-report-on-the-protection-of-civilians-in-conflict/

 

Autore: Leyla El Matouni

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