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Nuovo bombardamento a Tripoli: sette vittime tra gli sfollati

Maggio 2020, dai tetti di Tripoli si alza del fumo in seguito a un bombardamento delle forze di Haftar  Maggio 2020, dai tetti di Tripoli si alza del fumo in seguito a un bombardamento delle forze di Haftar AFP

17 Maggio 2020 

Le forze di Khalifa Haftar sono considerate responsabili dell’attacco a un rifugio per sfollati: il bilancio è di sette morti e 17 feriti

Fonti del Governo di Accordo Nazionale, riconosciuto dalle Nazioni Unite, hanno reso noto l’attacco di sabato 16 maggio, indicando come responsabili le forze armate del generale Khalifa Haftar. Il bombardamento ha colpito un rifugio per sfollati nel distretto Fornaj di Tripoli, uccidendo sette civili, tra i quali un bambino di cinque anni originario del Bangladesh. Come annunciato su Twitter da Amin Al-Hashemi, portavoce del Ministero della Salute del governo riconosciuto, si contano altri 17 feriti tra i civili. 

Il rifugio ospitava sfollati provenienti dai quartieri circostanti - in particolare del distretto di Ain Zara - fuggiti in seguito ai primi combattimenti. Usama Ali, portavoce del servizio di emergenza di Tripoli, ha comunicato all’agenzia Reuters che l’edificio era in corso di evacuazione, a causa della sua prossimità alla linea del fronte. La città di Tripoli è sotto assedio dall’aprile 2019, quando l’autoproclamato Esercito Nazionale Libico, capitanato dal generale Khalifa Haftar, ha lanciato la sua offensiva sulla capitale, sede del governo riconosciuto. Malgrado quest’ultimo abbia potuto riguadagnare terreno grazie al supporto militare turco, Haftar può ancora contare su alleati potenti, come Russia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti.  Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, le forze del generale sono state responsabili dell’80% delle vittime civili registrate tra gennaio e marzo 2020. Il direttore della missione libica dell’International Rescue Committee ha affermato che, solo a partire dallo scorso gennaio, 17 strutture sanitarie sono state colpite nella battaglia per Tripoli.

Con un comunicato stampa pubblicato l’8 maggio 2020, la Missione di Supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) aveva già condannato apertamente il drammatico aumento degli attacchi indiscriminati a danno della popolazione civile: in una sola settimana, si contavano 15 vittime e 50 feriti. L’UNSMIL aveva quindi denunciato l’evidente inosservanza del diritto umanitario internazionale, avvertendo entrambe le parti in conflitto che, qualora costituisca un crimine di guerra, ogni violazione verrà sanzionata come tale. Da parte sua, l’Unione Europea ha recentemente lanciato una nuova operazione militare nel Mediterraneo, con l’intento di far rispettare l’embargo imposto dalle Nazioni Unite sulle armi dirette in Libia. Ambiziosamente battezzata Irini (termine greco per “pace”), la missione UE ha già sollevato numerose critiche, non ultimo a causa dell’enfasi sul trasporto marittimo, che lascia notevoli dubbi sull’efficacia dell’operazione, considerato che le forze di Haftar possono ampiamente beneficiare del rifornimento via terra, attraverso il confine egiziano.  

 

Per saperne di più:

https://www.aljazeera.com/news/2020/05/gna-haftar-forces-shelling-kills-7-displaced-people-shelter-200517091308708.html

https://www.reuters.com/article/us-libya-security/shelling-kills-two-at-tripoli-displaced-people-shelter-emergency-services-idUSKBN22S0TY

https://www.middleeasteye.net/news/bombing-libyan-displaced-persons-shelter-kills-seven

https://unsmil.unmissions.org/unsmil-condemns-indiscriminate-attacks-civilian-populated-neighbourhoods-tripoli-causing-many

https://www.cer.eu/insights/eus-new-libya-operation-flawed

 

Autore: Ester Zangrandi

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