Le violazioni dei diritti umani nel Sud Sudan: il caso degli stupri e delle violenze «endemiche» sui civili

Una donna tiene in braccio il proprio bambino nel Sud Sudan Una donna tiene in braccio il proprio bambino nel Sud Sudan Africa Express

20 febbraio 2019

La perpetrazione degli abusi sessuali su donne e bambini colpisce il sud del paese, dando vita all’attuazione di veri e propri crimini contro l’umanità

Violenze ed abusi a sfondo sessuale hanno colpito la popolazione civile del Sud Sudan e, in particolare, donne e bambini. I dati riportati dall’Alto commissariato per le Nazioni Unite e dalla missione Onu nel paese africano (UNMISS) hanno, infatti, evidenziato la persistenza di un alto livello di criminalità di tipo sessuale, registrando 134 stupri ed altre forme di abuso nel periodo che intercorre tra settembre e dicembre 2018, per un totale di 175 casi di violenza, 49 dei quali aventi come vittime bambini.

Si tratta, perlopiù, di attacchi perpetrati da gruppi di giovani militanti, la maggior parte membri dell’Esercito Popolare di liberazione del Sudan nell’area di Koch, agevolati a causa di una totale assenza dello stato di diritto, oltre che dalla insufficienza dei mezzi di sostentamento, a seguito di una annale guerra civile. «Se andiamo vicino alla strada principale, siamo stuprati; se andiamo per la boscaglia, siamo stuprati. Sono stato violentato, tra gli altri, ripetutamente nella zona»: questa ed altre le testimonianze delle vittime civili in occasione delle indagini intraprese dalle Nazioni Unite, che evidenziano la sussistenza di una situazione di grave allarme sociale.

Secondo quanto affermato da un rapporto di Amnesty International del 24 luglio 2017, gli abusi di natura sessuale avrebbero preso piede in occasione della guerra civile, cagionando un cospicuo numero di vittime in tutto il paese. Gli autori dei delitti in questione apparterrebbero a entrambe le parti in conflitto: le forze governative del presidente Salva Kiir, di etnia dinka e dell’ex presidente Rieck Machar di etnia nuer, nonché dei gruppi armati loro alleati. In alcuni casi, gli aggressori avrebbero ucciso le donne dopo averle stuprate; altre avrebbero, invece, subito mutilazioni ed ulteriori abusi, affrontando la dolorosa piaga del trauma psicologico ed emotivo conseguente a detta tipologia di violenze. Un drastico aumento dei casi di violenza sessuale nel Sud Sudan è stato registrato nel mese di novembre 2018, quando Medici Senza Frontiere ha assistito un ingente numero di vittime, bisognose di appropriate cure mediche ed assistenziali.

Il 12 settembre 2018 è stato firmato un accordo di pace tra i belligeranti, ma, nonostante ciò, i casi di abuso hanno continuato a verificarsi. Per tale ragione, l’ONU ha parlato di violenze «endemiche»: violenze, cioè, commesse in un contesto di impunità generalizzata, che ha contribuito a rendere “normali” gli stupri e gli abusi compiuti. Allo scopo di ovviare a detta condizione di grave violazione dei diritti umani, l’Alto Commissario Onu ha lanciato un appello alle Autorità perché adottassero misure volte a consentire alle organizzazioni umanitarie di porre in atto i doverosi aiuti senza alcuna minaccia di aggressione. Il gruppo delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani nel Sud Sudan ha documentato, dal suo canto, indicibili crudeltà contro i civili, annoverandole tra crimini contro l’umanità e, altresì, tra i crimini di guerra.

Si rendono, pertanto, necessari i dovuti interventi, al fine di ripristinare la legalità violata e porre in salvo l’incolumità della popolazione civile.

 

 

Per saperne di più:

https://news.un.org/en/story/2019/02/1032831

https://news.un.org/en/story/2018/02/1003391

https://www.amnesty.it/violenze-sessuali-massa-sud-sudan/

https://www.bbc.com/news/world-africa-46404668

https://www.onuitalia.com/2019/02/18/sudan/

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