Afghanistan: il difficile ritorno

Donna afgana in attesa ad un checkpoint Donna afgana in attesa ad un checkpoint IRIN

11 giugno 2018

Una nuova scadenza, per la validità dei documenti di residenza dei rifugiati afghani registrati in Pakistan, sta per giungere al termine costringendo così quest’ultimi a fare ritorno in patria

In Afghanistan, il ricollocamento dei rimpatriati si è dimostrato essere un’ardua sfida: una volta ritornati, non riescono a trovare un posto in cui vivere o un lavoro. Il rappresentante dell’UNHCR in Pakistan, Ruvendrini Menikdiwela, ha affermato che “il Pakistan è al secondo posto tra i paesi che ospitano più rifugiati”. 1.4 milioni sono i rifugiati fuggiti dall’instabilità della loro terra madre, l’Afghanistan, e arrivati in Pakistan. Il Pakistan ha stabilito al 30 giugno il termine di scadenza dei documenti di identità che consentono ai rifugiati afghani la permanenza legale nel paese. Il governo Afghano, negli ultimi tre anni, ha rimpatriato appena poche migliaia di persone. Le agenzie umanitarie affermano che le loro risorse sono oberate e sono preoccupate che l’afflusso di rifugiati porterà ad un aumento dell’instabilità del paese. Infatti, le maggiori sfide che il governo si trova ad affrontare, secondo le associazioni per i diritti umani, sono le necessità a lungo termine come: posti di lavoro, scuole e alloggi in cui vivere.

Le autorità Pakistane hanno già espulso dal paese più di 600.000 afghani con minacce di deportazione e violenze da parte della polizia. L’Afghanistan si trova adesso in forte difficoltà ad assorbire il rapido afflusso di rimpatriati, per tale ragione le Nazioni Unite hanno lanciato un appello d’emergenza da 152 milioni di dollari per far fronte a questa crescente affluenza.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) ha istituito centri di accoglienza al confine fra i due paesi, come Spin Boldak, dove si offre assistenza sanitaria, cibo, soldi e rifugio per la notte. Però, una volta che i rifugiati Afghani hanno attraversato il confine, sono abbandonati a loro stessi. Il Ministero per i Rifugiati e i Rimpatri dell’Afghanistan è responsabile per il reinserimento nella società degli afghani ritornati in patria, ma fino ad ora solamente a 7.000 famiglie rimpatriate sono state assegnate delle terre negli ultimi tre anni.

Secondo Human Rights Watch (HRW), l’assenza di un programma governativo su larga scala, per la distribuzione di terre, è il più grande ostacolo al reinserimento.

 

Per maggiori informazioni, visita:

https://fp.brecorder.com/2018/06/20180622383669/
http://www.irinnews.org/feature/2018/05/01/Afghanistan-Pakistan-returnees-refugees-conflict

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