L’ONU riporta più di 2.000 vittime civili in Afghanistan nel primo trimestre del 2018

Discussione sugli accordi di pacificazione in Afghanistan Discussione sugli accordi di pacificazione in Afghanistan UNAMA

16 aprile 2018

La missione di assistenza dell’ONU in Afghanistan ha riportato che il numero di vittime civili nel 2017 e nel 2016 sono simili

Nel suo rapporto trimestrale sulla protezione di civili in conflitti armati, la Missione di Assistenza dell’ONU in Afghanistan (UNAMA) ha riportato 2.258 vittime civili nel paese tra il 1 gennaio e il 31 marzo, incluso 763 morti e 1.495 feriti. Tra le cause principali ci sono  ordigni esplosivi improvvisati (IED - Improvised Explosive Device) e attacchi complessi, combattimenti di terra, omicidi mirati e deliberati, residuati bellici inesplosi, e operazioni aeree. Le aree più colpite sono state le province di Kabul, Helmand, Nangarhar, Faryab, e Kandahar.

Il rapporto cita dati statistici. Sono raddoppiati gli attacchi ai civili  effettuati da Forze Antigovernative, soprattutto Taliban e lo Stato Islamico della provincia di Khorasan (ISKP), che hanno specificamente preso di mira i civili. Le Forze Antigovernative i hanno provocato 1.500 vittime, o il 67 percento di tutti i civili colpiti. Il settarismo continua a fomentare violenza, con 154 vittime civili tra la  popolazione sciita afghana. Quasi tutte erano vittime dell’ISKP.

Le vittime tra donne e bambini sono diminuite in confronto al primo trimestre del 2017, ma rimangono comunque in alto numero, con 217 vittime di donne e 583 di bambini. La prima causa tra queste vittime sono i combattimenti terrestri; un terzo delle vittime tra i bambini sono state provocate dagli IED. I bambini rappresentano anche l’89 percento di civili uccisi da residuati bellici inesplosi.

Le vittime causate dalle Forze Filogovernative rappresentano  18 per cento di tutte le vittime civili, di cui 142 causate da attacchi aerei. Il rapporto dell’UNAMA ha attribuito il 35 per cento delle vittime civili ad attacchi aerei da parte di forze militari internazionali, principalmente gli Stati Uniti, che è l’unico paese in missione di combattimento in Afghanistan.

Nonostante l’alto numero di vittime civili, il rapporto rileva anche che il governo afgano e la comunità internazionale agiscono per prevenire il coinvolgimento dei civili. Il governo afgano ha implementato la Politica Nazionale per la Riduzione e la Prevenzione delle Vittime Civili, approvata nell’ottobre 2017. Le responsabilità del governo riguardo ai residuati bellici inesplosi , delineate nel Protocollo V della Convenzione su Certe Armi Convenzionali, sono entrate in vigore il 9 febbraio 2018. In forza del Protocollo V, il governo afgano deve identificare le posizioni di possibili ordigni inesplosi per la rimozione o la distruzione. In risposta al rapporto, l’UNAMA continua a insistere che tutte le parti in conflitto in Afghanistan aumentino gli sforzi per proteggere i civili.

 

Per ulteriori informazioni, leggere:

https://news.un.org/en/story/2018/04/1007161

https://unama.unmissions.org/sites/default/files/unama_protection_of_civilians_first_quarter_2018_report_11_april_0.pdf

https://unama.unmissions.org/sites/default/files/12_april_2018_-_latest_un_update_records_continuing_record_high_levels_of_civilian_casualties_in_2018_english_0.pdf

https://www.unog.ch/80256EDD006B8954/(httpAssets)/5484D315570AC857C12571DE005D6498/$file/Protocol+on+Explosive+Remnants+of+War.pdf

 

By Daniel Heim

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