Lo studio “Ecocide and Resource Stripping: Wars and the Collateral Damage to Our Planet”, approfondisce come guerre e saccheggio delle risorse stiano mettendo a repentaglio l'equilibrio del nostro pianeta.
Attraverso un’analisi rigorosa, basata su reportage sul campo, interviste e immagini satellitari, gli autori offrono un quadro allarmante delle conseguenze ambientali dei conflitti. Dalle foreste pluviali dell'Amazzonia alle terre aride dell'Africa, l'estrazione illegale di risorse, la deforestazione e la contaminazione del suolo emergono come ferite profonde inflitte all'ambiente.
Un circolo vizioso: conflitti e degrado ambientale
Il rapporto evidenzia come i conflitti non solo siano causati dallo sfruttamento delle risorse, ma, a loro volta, ne accelerino il degrado. Un circolo vizioso che impoverisce le comunità locali, intacca la biodiversità e innesca crisi umanitarie.
La metodologia adottata in questo rapporto è stata quella di comprendere come si sviluppano generalmente gli effetti ambientali delle guerre attraverso interviste approfondite con esperti locali, attivisti e sopravvissuti agli impatti diretti dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse, osservazioni sul campo e l'uso di tecnologie satellitari per monitorare la deforestazione, la degradazione del suolo e la contaminazione delle acque legate ai conflitti armati.
Gli obiettivi di questa indagine sono tre: evidenziare l'entità della distruzione ecologica, collegare lo sfruttamento delle risorse ai conflitti e promuovere misure più rigorose per la protezione ambientale nelle zone di guerra.
Le conseguenze per le comunità
Le popolazioni che vivono in zone di conflitto sono le prime a subire le conseguenze del degrado ambientale. La perdita di terre fertili, la contaminazione delle fonti d'acqua e la distruzione degli ecosistemi minacciano la loro sopravvivenza, limitando l'accesso a risorse essenziali e compromettendo i mezzi di sussistenza. I principali risultati del rapporto mostrano che le guerre moderne accelerano la distruzione ambientale sia per motivi diretti che indiretti. Oltre a contribuire a vari aspetti del conflitto, l'estrazione mineraria, il disboscamento e la perforazione petrolifera hanno un impatto negativo sull'ambiente, causando deforestazione, perdita di biodiversità e contaminazione delle risorse naturali.
Il rapporto include diversi studi di caso che dimostrano come la guerra abbia causato danni ecologici significativi. Ad esempio, l'estrazione mineraria illegale ha provocato la deforestazione nella regione amazzonica, mentre una significativa erosione del suolo si è verificata nelle aree di conflitto della regione africana.
Un appello all'azione
Di fronte a questa emergenza planetaria, il rapporto lancia un appello accorato alla Comunità internazionale. Governi, organizzazioni internazionali e aziende sono chiamati a intensificare gli sforzi per proteggere l'ambiente nelle zone di conflitto, promuovendo politiche più rigorose e responsabilizzando i responsabili del saccheggio delle risorse.
L'ecocidio è una piaga contemporanea che richiede una risposta globale e coordinata. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un'azione congiunta potremo porre fine a questa devastazione e costruire un futuro più sostenibile per le generazioni a venire.
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Per saperne di più:
- The New Humanitarian Report
- Brian Sabbe, The Ukraine war, environmental destruction and the question of ecocide, 2023.
- Anouchka Debionne, Écocide en temps de guerre. L’environnement, une victime silencieuse et collatérale des guerres, 27 march 2024.
- Maksym Popov, L'ecocidio: il triste legame che unisce Ucraina e Vanuatu, 2024.