In occasione della settimana sulla Protezione dei Civili del 2022 il 23 maggio i rappresentanti di Repubblica Dominicana, Unione Europea, Francia, Guatemala, Nuova Zelanda, Norvegia e Stati Uniti hanno organizzato un side event per discutere sulla Risoluzione 2475 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottata nel 2019. L'incontro è stato presieduto dai rappresentanti della Polonia e del Regno Unito, con l’obiettivo di approfondire il dialogo sulla promozione dei diritti delle persone con disabilità e la loro protezione durante i conflitti armati, oggetto della Risoluzione. La discussione è stata poi supportata dalla condivisione di esempi concreti segnalati da esperti in Siria e Yemen.
L'incontro è stato aperto da una dichiarazione di Gopal Mitra, Senior Social Affairs Officer nel team Disabilità dell'Ufficio Esecutivo del Segretario Generale. Gotra ha esordito sottolineando le questioni più importanti riguardanti la protezione dei civili con disabilità; in particolare ha esposto quali siano i diversi problemi che le persone con disabilità devono continuamente affrontare durante i conflitti armati e che devono essere necessariamente presi in considerazione per un'adeguata attuazione della risoluzione. Tra queste problematiche ha enfatizzato la difficoltà di queste persone nell’ottenere cibo, acqua e cure mediche - difficoltà riscontrabile anche nell'attuale conflitto in Ucraina -, e ad avere accesso ai centri di evacuazione. Mitra ha poi sottolineato che "le persone con disabilità dovrebbero far parte del Consiglio di Sicurezza, e non essere oggetto delle loro discussioni". Ha poi concluso la sua dichiarazione aperta evidenziando la necessità di questa riunione per discutere i risultati conseguiti dopo l'adozione della risoluzione e migliorarne l'attuazione.
La parola è stata poi passata alla Dr. Raja Abdullah Almasabi, Presidente della Arab Human Rights Foundation in Yemen, che assiste le persone con disabilità che stanno affrontando continui ostacoli a causa della guerra che continua ormai da sette anni nel paese. Ha affermato che queste persone sono diventate le vittime non solo dei bombardamenti aerei, ma anche della crisi economica innescata inevitabilmente dal conflitto. Più precisamente, la guerra in Yemen si è abbattuta in diversi modi sulle persone disabili. Prima di tutto, non essendo in grado di fuggire autonomamente dagli attacchi, sono le categorie più vulnerabili tra i civili; inoltre, la maggior parte delle risorse a loro disposizione sono diminuite in modo significativo; infine, prima della guerra più di 300 organizzazioni locali erano attive per il sostegno delle persone con disabilità, mentre oggi solo poche sono rimaste ancora attive. Dopo la sua dichiarazione, Sabreen Al Dweib, Inclusive Humanitarian Action Specialist, Humanity & Inclusion (HI), ha parlato del caso specifico della Siria evidenziando i quattro tipi di lacune presenti nella protezione dei civili (in particolare quelli disabili) nel conflitto. I dati presentati sono particolarmente allarmanti: in Siria il 66% delle famiglie ha almeno un familiare con disabilità, per cui è evidente la necessità di una risposta strutturata nel paese verso questa categoria di civili. Continuando poi la sua dichiarazione, ha focalizzato l’attenzione sulle lacune presenti nella risposta alla crisi: la mancanza di dati sulle persone con disabilità, la mancanza di iniziative di empowerment e di politiche e linee guida a livello nazionale per loro la protezione.
Dopo questi due esempi concreti, Abigail Hartley, Chief of Policy, Advocacy, Donor Relations and Outreach del UN Mine Action Service (UNMAS), ha richiamato l'attenzione sull'attuazione di impegni significativi per l'inclusione delle persone con disabilità. In primo luogo, ha chiesto lo sviluppo di piani d'azione, il miglioramento dell'accessibilità di queste persone ai servizi di base e il rafforzamento della capacità del personale in queste situazioni. In seguito, Gergey Sebastien Pasztor, Senior Inclusive Programming Advisor del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha aggiunto che sempre più spesso durante i conflitti, le famiglie con disabili sono costrette a scegliere chi può essere salvato o meno, notando quanto siano necessarie misure urgenti, sia nei conflitti di lunga durata, come in Yemen, sia nell'attuale situazione in Ucraina.
Alcuni Stati hanno anche riflettuto sulla necessità che i peacekeepers adottino un approccio intersezionale per essere in grado di salvaguardare tutti durante i conflitti armati ed evitare che le persone con disabilità siano le prime ad essere lasciate indietro.
Nel complesso, i partecipanti hanno concordato sull'inadeguatezza dell'attuazione della Risoluzione 2475 (2019) fino a questo momento; d'altra parte, hanno anche riconosciuto che devono essere realistici sugli sforzi che possono fare e per questo motivo, è necessaria un'adeguata mappatura dei partners che operano in questo contesto.
di Sofiya Rinci Zubok e Alexia Tenneriello