Il terribile impatto dei conflitti sui minori

 Una madre porta il figlio sulle spalle Una madre porta il figlio sulle spalle © Photo by Annie Spratt on Unsplash

Questo articolo è una breve presentazione del Rapporto del Segretario Generale sull’impatto delle guerre sui bambini durante il 2020

Il Rapporto del Segretario Generale pubblicato lo scorso 6 maggio 2021 illustra i numeri riguardanti l’impatto dei conflitti sui bambini e la natura delle gravi violazioni commesse ai danni di questa categoria da gennaio a dicembre 2020. Le informazioni contenute in questo documento sono state esaminate dalle Nazioni Unite, le quali ne hanno confermato l’accuratezza e l’affidabilità. Comunque, é utile ricordare che, nei casi in cui i dati non sono stati verificati, il Rapporto ne fa specifica menzione. Inoltre, il documento non tratta soltanto delle atrocità perpetrate contro i minori, ma evidenzia anche come gli attacchi diretti contro gli individui e le organizzazioni impegnati nella salvaguardia dei bambini sollevino enormi preoccupazioni circa l’impianto complessivo della protezione dei minori.

Secondo il Rapporto del Segretario Generale, durante il 2020 tantissimi bambini sono caduti vittime di violenze di guerra, con 23946 gravi violazioni verificate dalle Nazioni Unite. Tra i 19379 minori colpiti da tali infrazioni, 14097 erano ragazzi e 4993 ragazze (il sesso dei restanti 289 rimane non accertato). I tipi di violazioni sono variegati, quali uccisioni (2674 decessi), menomazioni  (5748 vittime) e il reclutamento e l’utilizzo di minori durante le ostilità (riguardante 8521 soggetti). In più, il rapporto sottolinea come, durante l’anno di riferimento, sono avvenuti 4156 incidenti di diniego di accesso ai soccorsi umanitari, aggravando le condizioni di vita dei bambini che vivono in paesi afflitti dalla guerra. Inoltre, il rapporto adotta una prospettiva di genere, enfatizzando come le gravi violazioni incluse nel documento non colpiscono fanciulli e fanciulle nella stessa misura. Infatti, i dati evidenziano che mentre l’85 per cento dei minori reclutati ed utilizzati sul campo di battaglia erano maschi, il 98 per cento dei casi di violenza sessuale hanno riguardato giovani ragazze, anche se lo stigma sociale associato all’omosessualità avrebbe potuto determinare una sottostima dei casi di violenza carnale commessi ai danni dei ragazzi. In più, il rapporto sottolinea come il 2020 è stato caratterizzato da uno sconcertante aumento di attacchi contro le scuole i quali, aggiunti all’ emergenza sanitaria legata al Covid-19, esacerbano le difficoltà dei minori di beneficiare del diritto all’educazione. 

Quanto ai paesi in cui tali gravi violazioni sono avvenute più spesso, i più alti numeri di attacchi contro i minori sono stati riportati in Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Siria e Yemen. Lo scorso anno, tutti questi paesi erano contrassegnati da un aumento delle ostilità, la cui violenza non ha risparmiato i minori di età. 

Ad ogni modo, dopo aver delineato la preoccupante condizione dei bambini colpiti dalle guerre, il rapporto menziona anche alcune ambiziose prospettive volte a fermare tali atrocità. Innanzitutto, appare ovvio che promuovere il funzionamento del Diritto Internazionale Penale è fondamentale per combattere l’impunità. In secondo luogo, il rapporto evidenzia l’importanza di includere normative riguardanti la protezione dei minori all’interno dei processi di pace, al fine di costruire nuove strutture sociali volte alla salvaguardia di questa categoria vulnerabile. Questi impegni, insieme all’instancabile lavoro degli operatori umanitari, possono determinare importanti miglioramenti per la vita dei bambini.

 

Fonti:

https://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/2021/437&Lang=E&Area=UNDOC

 

Autore: Gianpaolo Mascaro; Editor: Jasmina Saric

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