Un decennio di danni causati dalla violenza esplosiva

Segnale di pericolo di presenza di mine terrestri vicino a una chiesa nel deserto israeliano Segnale di pericolo di presenza di mine terrestri vicino a una chiesa nel deserto israeliano © Photo by orcearo on iStock

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto di Action on Armed Violence sull'impatto globale della violenza esplosiva nell’ultimo decennio.

Action on Armed Violence (AOAV) è un'associazione di ricerca che svolge attività di analisi e monitoraggio sull'impatto della violenza armata globale nelle aree popolate. In questo rapporto, AOAV analizza l'impatto globale dell'uso di armi esplosive nelle aree popolate, presentando i risultati di dieci anni di ricerca e raccolta di dati sugli incidenti provocati dalla violenza esplosiva, riportati dai media in lingua inglese tra il 2011 e il 2020, come parte dell'Explosive Violence Monitoring Project (EVMP).

Negli ultimi dieci anni, sono stati registrati 28.879 incidenti in 123 paesi, con 357.370 morti e feriti a causa dell'uso di armi esplosive, di cui i civili rappresentano il 73% (262.413) delle vittime totali. Tra le armi esplosive, quelle fabbricate hanno causato almeno 123.485 vittime civili (47%), mentre gli ordigni esplosivi improvvisati (IED) hanno causato almeno 135.800 vittime civili (52%). I cinque territori più colpiti, secondo il numero di vittime civili, sono stati Siria, Iraq, Afghanistan, Pakistan e Yemen.   

Non è sempre chiaro chi ci sia dietro la violenza esplosiva. Nel 29% degli incidenti dell'ultimo decennio, non era certo se il responsabile fosse uno stato o un’entità non statale. Da un lato,agli stati è stata attribuità la responsabilità per 10,244 incidenti i quali hanno causato 128.460 morti e feriti, di cui 81.730, erano civili. Tra gli stati che hanno provocato la maggior parte degli incidenti, l'AOAV ha registrato 1.916 incidenti causati dalle forze del regime siriano; 562 incidenti con 9.866 vittime civili provocati dalla coalizione saudita in Yemen; la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha provocato il terzo numero più alto di vittime civili, con 5.316 morti e feriti civili, seguita da Israele e dalla Russia. D'altra parte, gli attori non statali hanno causato 132.909 vittime tra il 2011 e il 2020, di cui il 76% erano civili (101.652). Precisamente, lo Stato islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS) ha causato almeno 20.698 vittime, seguito dai Talebani che hanno causato almeno 8.375 vittime civili e Al Shabaab con 3.991.

Di conseguenza, quando le armi esplosive vengono utilizzate in aree popolate, almeno nove vittime su dieci possono essere civili. In particolare, le aree residenziali sono i luoghi più colpiti dalla violenza esplosiva, provocando il maggior numero di civili uccisi e feriti. In questi luoghi, l'AOAV ha registrato 4.168 incidenti nell'ultimo decennio, con 36.726 morti e feriti civili. In secondo luogo, i mercati sono spesso il bersaglio di attori non statali, e tali incidenti sono devastanti per i civili, che rappresentano il 97% delle vittime. Nei mercarti sono stati registrati 1.008 incidenti causati da violenza esplosiva, che hanno provocato 27.195 vittime, di cui 26.305 civili. Gli incidenti causati da armi esplosive si verificano spesso anche nei luoghi di culto, causando molte vittime tra i civili. AOAV ha registrato 572 incidenti negli ultimi dieci anni, che hanno causato 18.416 vittime, di cui 17.574, ovvero il 95%, erano civili.

Inoltre, i residuati bellici esplosivi contaminano la terra, costituendo una minaccia per i civili per generazioni e impedendo anche alle popolazioni locali di tornare o di utilizzare la terra per attività di sostentamento. La violenza esplosiva non causa solo vittime umane, ma danneggia anche le infrastrutture civili, privando le persone dell'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici. Tali danni costano altre vite, esacerbano l'impatto sulla salute mentale dei sopravvissuti che vedono aumentare la povertà e le malattie.

Pertanto, AOAV raccomanda agli stati di evitare la violenza esplosiva e di rivedere le loro politiche e pratiche sull'uso di armi esplosive. Infatti, gli stati dovrebbero essere trasparenti nel registrare le vittime civili e nel riconoscere i diritti delle vittime, comprese quelle uccise e ferite, delle loro famiglie e delle comunità colpite. Inoltre, AOAV esorta la comunità internazionale a impegnarsi politicamente per evitare l'uso di armi esplosive in aree popolate. Come parte degli sforzi internazionali per ridurre l'impatto delle armi esplosive, nell'ottobre 2019, l'Austria ha ospitato una conferenza internazionale sulla Protezione dei Civili nella Guerriglia Urbana, durante la quale l'Irlanda ha mostrato il suo impegno a sviluppare una dichiarazione politica per affrontare i danni umanitari derivanti dall'uso di armi esplosive in aree popolate. Le prime due tornate di consultazione hanno portato alla stesura di una bozza di dichiarazione politica che limita l'uso di armi esplosive in aree popolate, la quale dovrebbe essere adottata quest'anno, in seguito ad un ultimo round di negoziati.

Per saperne di più: 

https://aoav.org.uk/2021/a-decade-of-explosive-violence-harm-2011-2020/

 

Autore: Eleonora Gonnelli; Editore: Carla Leonetti

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