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Oltre gli impegni: come creare politiche a protezione dei civili

Casco blu delle Nazioni Unite con diversi bambini Casco blu delle Nazioni Unite con diversi bambini © UN Photos

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto di CIVIC sull'importanza e sull'impiego delle politiche relative alla protezione dei civili

A ottobre, il Center for Civilians in Conflict (CIVIC) ha pubblicato il rapporto “Chiudere il divario: Implementazione di politiche per la protezione dei civili”. Le politiche nazionali di protezione dei civili (POC) sono il dispositivo che trasforma il supporto ai civili in azioni concrete per la loro salvaguardia negli scenari di guerra. Tuttavia, sono ancora scarse le analisi sulla loro effettiva implementazione.  Il rapporto si focalizza, quindi, su come si crea il supporto per tali politiche, quali fattori siano da considerare durante l’implementazione e come si garantisce che esse sortiscano l’effetto sperato.

Innanzitutto, è necessario pensare a politiche in grado di coinvolgere i diversi attori rilevanti del processo decisionale, specialmente il governo e gli organi di sicurezza. La presentazione dei benefici di ampio spettro, soprattutto sul piano strategico e reputazionale, è centrale. A tale scopo, CIVIC consiglia di promuovere una comunicazione, assistenza alla stesura e coordinazione efficace e guidata da un “campione dell’advocacy” all’interno delle istituzioni in grado di trasmettere l’importanza, anche strategica, di queste politiche. La necessità di delineare e mettere in evidenza gli impegni specifici del governo rimane centrale. Tuttavia, la formulazione di base di queste politiche deve prendere in considerazione le preesistenti preoccupazioni statali verso di esse.

Queste apprensioni possono spaziare dalla limitazione dell’azione militare e il vantaggio strategico che l’avversario potrebbe trarne alle gravi violazioni e crimini di guerra che un controllo capillare dell’azione statale potrebbe far emergere, macchiando l’immagine del governo. Per superare questi ostacoli, è necessario evidenziare come i vantaggi reputazionali possano controbilanciare gli svantaggi della POC. I vantaggi spaziano da un rapporto più collaborativo con le comunità locali alla possibilità che un’immagine più positiva possa portare maggiore supporto economico e strategico da parte della comunità internazionale.

In base a quanto il governo sia restio e l’advocacy sia stata di successo, possono emergere molteplici contesti implementativi. Un’azione contestuale rimane fondamentale, ma è possibile evidenziare alcune caratteristiche comuni. Il primo tipo di implementazione che può emergere è quella amministrativa, in cui la resistenza è stata bassa e gli impegni sono stati chiaramente delineati con un linguaggio ampio e diretto. In questo caso l’azione va portata avanti con lo stesso vigore. Nel caso l’impegno rimanga chiaro ma vi siano attriti politici interni o esterni al governo, andrebbero evidenziate le conseguenze politiche in caso di inazione. Se l’implementazione è sperimentale, è fondamentale analizzare chi sta portando avanti queste politiche e cosa serva per  garantire il loro successo. Infine, se un governo propende ad un’implementazione solo simbolica, l’emergere di coalizioni locali provenienti dalla società civile è cruciale per garantire un’esecuzione corretta e trasparente di queste politiche. Ad esempio, è  stato possibile osservare quest’ultimo scenario nell’implementazione dei piani d’azione nazionale legati alla Risoluzione Donne, Pace e Sicurezza del Consiglio di Sicurezza nell’ambito del peacebuilding.

Il report evidenzia come il modo migliore per garantire un’efficace traduzione degli impegni legati alla Protezione dei Civili consista in una politica di ampio respiro accompagnata da un piano di implementazione chiaro e dettagliato. Nella sua stesura, questo piano deve, quindi, chiaramente delineare i ruoli, le autorità e le responsabilità dei diversi attori. Le modalità di attuazione devono essere specifiche e le necessarie risorse e il personale adeguatamente allocati. In aggiunta, l’attuazione di un framework in grado di valutare l’effettiva e consona attuazione del piano è necessaria per garantire l’esecuzione dell’impegno preso. Parallelamente, lo scambio di buone pratiche e norme a livello internazionale va incoraggiato e normalizzato per permettere un’azione sempre più localizzata ed efficace. Il risultato ultimo deve quindi essere un circolo virtuoso formato da una trasmissione verso l’interno e recezione verso l’esterno.

Un’adeguata strutturazione e coinvolgimento delle parti è indispensabile per far sì che queste politiche chiudano il divario tra impegno e implementazione, rendendole il primo ma necessario passo per garantire il coinvolgimento dei diversi attori e un mutamento dei loro comportamenti belligeranti.

 

Per saperne di più:

https://civiliansinconflict.org/wp-content/uploads/2020/10/POC-Brief.pdf 

 

 

Autore: Matteo Consiglio; Editor: Margherita Curti

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