Nella tutela dei diritti dei bambini in caso di conflitto armato, il ruolo degli attori statali e sovranazionali è decisivo

 Bambini palestinesi guardano fuori dalla finestra della propria casa a Gaza. Bambini palestinesi guardano fuori dalla finestra della propria casa a Gaza. © Majdi Fathi/NURPHOTO

Nel corso degli anni i bambini sono stati spesso sfruttati, anche sessualmente, in contesti di conflitti armati.  

A livello internazionale le pressioni per la tutela dei diritti dei bambini sono state sempre maggiori: un impegno rivoluzionario in questa direzione è stata l’adozione, 28 anni fa, della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia. La Convenzione fu voluta perché si ritenne indispensabile una maggiore tutela dei fanciulli coinvolti nei conflitti armati, durante i quali le condizioni che dovrebbero garantire la loro sicurezza sono momentaneamente assenti.

In tal senso, si chiedeva alla Comunità Internazionale di agire per porre fine all'impatto del conflitto sui minori ovunque fosse possibile, e prevenire il loro coinvolgimento nei conflitti.

Nonostante ci siano stati notevoli miglioramenti in termini di legislazione internazionale, continuano ad essere ancora numerosi i gruppi armati, statali e non statali, che coinvolgono e sfruttano i bambini all’interno dei combattimenti armati. A tal proposito, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha recentemente adottato la Risoluzione 2427, durante il meeting numero 8305 tenutosi il 9 luglio di quest’anno.

Nel rapporto, si sottolinea, anzitutto, come i bambini continuino ad essere sistematicamente colpiti dai conflitti e ad esserne violati i diritti. In particolare, Il rapporto rileva che la prevenzione dei conflitti rimane una responsabilità primaria degli Stati e delle Nazioni Unite nell’ambito delle azioni intraprese per la prevenzione dei conflitti.

Conseguentemente, si invitano gli Stati e le stesse Nazioni Unite a integrare la protezione dei minori in tutte le attività pertinenti in materia di prevenzione dei conflitti e situazioni post conflitto con l'obiettivo primo di sostenere la pace.

Il rapporto, inoltre, mette in luce la tendenza sempre più comune a utilizzare da parte dei gruppi armati, luoghi pubblici quali scuole e ospedali come sedi per le forze armate e/o per il reclutamento. Ciò comporta che questi luoghi vengano conseguentemente considerati bersagli degli attacchi.

Oltretutto, un conflitto armato che si dispiega sotto certe modalità avrà come inevitabile conseguenza la violazione dei diritti fondamentali, in particolare dei bambini che non avranno più accesso all’educazione e alle cure mediche necessarie, risultando quindi sempre più vulnerabili.

Nel presente rapporto viene ribadito che il meccanismo di monitoraggio e segnalazione sono strumenti fondamentali per la denuncia di violazioni dei diritti dei bambini in caso di conflitti e, per detti motivi, è fondamentale che questi meccanismi continuino ad essere implementati da tutti gli Stati e i rispettivi governi nazionali, ritenuti i principali responsabili della protezione dei minori, della prevenzione dei conflitti e delle situazioni post-conflitto.

A tale proposito è stata sottolineata l’importanza dell’attività sostenuta dal Working Group on Children and Armed Conflicts, anche attraverso l'aumento dell’impegno condiviso con gli Stati membri interessati nel segnalare e monitorare dette violazioni.

Nella presente risoluzione viene ribadito come l’Agenda sui bambini e conflitto armato sia parte integrante del tema generale della prevenzione dei conflitti e del mantenimento della pace sottolineando, in aggiunta, l'importanza dell'attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In quest’ottica si riconosce che la necessaria attenzione alla lotta alla povertà, alla privazione e alla disuguaglianza come mezzi di prevenzione e protezione dei bambini dalle violazioni subite in caso di conflitti armati.

In conclusione, si esortano tutte le parti interessate, compresi gli Stati membri, le Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie sovranazionali e le organizzazioni della società civile ad impegnarsi insieme per la difesa, la tutela, il reinserimento e la riabilitazione di bambini colpiti da conflitti armati, implementando meccanismi di responsabilità tra cui il rafforzamento delle capacità investigative e processuali e l’assicurazione che i responsabili per tali le violazioni e abusi contro i bambini siano ritenuti responsabili e consegnati alla giustizia.

 

Per maggiori informazioni:

https://www.huffingtonpost.com/entry/5a12f424e4b023121e0e9505?guccounter=1

https://www.ohchr.org/EN/ProfessionalInterest/Pages/CRC.aspx

https://www.unicef.org/publications/files/UNICEF_Humanitarian_Action_for_Children_2018_Overview_ENG.PDF

https://childrenandarmedconflict.un.org/wp-content/uploads/2017/06/Twenty-Years-of-Work-Updated-Booklet_web.pdf

https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_diritti_infanzia_1.pdf

 

By Valeria Uncino

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