UNHCR: oltre 4 milioni di apolidi vivono ai margini

 Una famiglia mostra i nuovi documenti d’identità dopo aver ottenuto la cittadinanza. Una famiglia mostra i nuovi documenti d’identità dopo aver ottenuto la cittadinanza. © UNHCR/Didor Saidulloyev

4 Novembre 2022

L’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati Filippo Grandi ha chiesto azioni politiche efficaci per porre fine all’apolidia di circa 4,3 milioni di persone.

In occasione dell’ottavo anniversario di #I Belong, una campagna lanciata dall’UNHCR con lo scopo di porre fine all’apolidia entro il 2024, Grandi ha chiesto ai leader mondiali un maggior impegno politico e azioni concrete per garantire l’accesso alla cittadinanza a milioni di persone costrette ora a vivere nell’ombra. Nella sua accezione più generale, la cittadinanza consiste nell’attribuzione di diritti e doveri in virtù dell’appartenenza a uno Stato. A questo concetto sono dunque legati processi di inclusione ed esclusione politica, sociale, economica: chi non ha la cittadinanza non gode dei diritti che ne derivano. Milioni di persone in tutto il mondo vivono così in condizioni di esclusione e marginalizzazione.

In un’intervista rilasciata all’UNHCR, una donna di nome Linda ha raccontato che, sebbene fosse nata a Mosca, ha ricevuto la cittadinanza russa soltanto nel 2018. Non godendo dello status di cittadina, Linda non aveva documenti, non poteva aprire un conto bancario, firmare un contratto d’affitto né acquistare una SIM per il proprio telefono. “Quando ho ricevuto la cittadinanza, ho sentito finalmente di esistere”, ha affermato.

Negli ultimi anni sono stati raggiunti importanti traguardi: circa 450.000 apolidi hanno ottenuto la cittadinanza, mentre altre decine di migliaia di persone hanno iniziato il percorso per ottenerla grazie a recenti modifiche legislative in molti Stati. Ciononostante, sono ancora molti gli ostacoli normativi e sociali che impediscono l’accesso alla cittadinanza, tra cui figurano soprattutto discriminazioni legate al genere, alla religione e all’etnia. Filippo Grandi, a tal proposito, ha affermato che “molti di questi ostacoli possono essere ridimensionati ed eliminati attraverso politiche efficaci e soluzioni a livello locale”, chiudendo il suo discorso rivolgendosi ai leader mondiali, sollecitandoli ad “accelerare le azioni politiche e la rimozione degli ostacoli legali e sociali per non lasciare milioni di individui nell’ombra”, privi del diritto fondamentale della nazionalità. 

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di Amalia Ranieri

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