SPECIALE COVID-19: Uganda, Libia, Filippine

Soldati libici che indossano le mascherine durante un'operazione militare a Tripoli Soldati libici che indossano le mascherine durante un'operazione militare a Tripoli © Amru Salahuddien/Anadolu Agency, via Getty Images

 In Focus by Silvia Luminati; Editor: Aleksandra Krol

 1. Uganda

L'Uganda accoglie oltre 1.5 milioni di rifugiati provenienti principalmente dal vicino Sud Sudan, della Repubblica Democratica del Congo e dal Burundi. Le autorità ugandesi hanno annunciato la sospensione dell'ammissione di nuovi rifugiati per un mese al fine limitare la potenziale diffusione di COVID-19. Un portavoce dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha denunciato il numero insufficiente di unità di terapia intensiva e attrezzature negli insediamenti di rifugiati. Inoltre, mentre assicurare che rifugiati abbiano accesso all'acqua pulita e alle strutture di isolamento è fondamentale, i presidi sanitari nei campi sono sovraffollati. Contemporaneamente, World Food Program sta lavorando per rispondere alle esigenze alimentari delle comunità negli insediamenti.

 

Per saperne di più:

https://www.thenewhumanitarian.org/news/2020/03/25/uganda-coronavirus-refugees-asylum-seekers

https://www.voanews.com/science-health/coronavirus-outbreak/refugees-defy-covid-19-safety-measures-uganda

https://foreignpolicy.com/2020/04/02/africa-coronavirus-pandemic-violence-confusion/

 

2. Libia

Alla fine di marzo, il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale e l'Esercito nazionale libico (LNA) hanno aderito all'appello del Segretario generale per un immediato cessate il fuoco. Ma i combattimenti in Libia sono ripresi pochi giorni dopo e lunedì 6 aprile un bombardamento ha colpito l'ospedale Al-Khandra di Tripoli. Yacoub El Hillo, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Libia, ha esortato le parti a cercare un cessate il fuoco duraturo perché "se la Libia vuole avere qualche possibilità contro il COVID-19, il conflitto in corso deve arrestarsi immediatamente". All’8 aprile, sono stati confermati 21 casi COVID-19 e la possibile diffusione dell'epidemia potrebbe portare al collasso del fragile sistema sanitario. Inoltre, secondo la Missione di supporto dell'ONU in Libia, circa 893.000 persone necessitano di assistenza sanitaria e 749.000 vivono in aree colpite dal conflitto.

 

Per saperne di più:

https://news.un.org/en/story/2020/03/1059942

https://reliefweb.int/report/libya/covid-19-could-decimate-libya-warns-irc

https://news.un.org/en/story/2020/04/1061272

https://www.unicef.org/appeals/libya.html

 

3. Filippine

A marzo, il presidente Duterte ha dichiarato unilateralmente il cessate il fuoco con il gruppo dell'Esercito popolare nuovo (NPA), l'ala armata del Partito comunista delle Filippine, per concentrare gli sforzi nella lotta al COVID-19. I guerriglieri comunisti hanno risposto che avrebbero osservato il cessate il fuoco fino al 15 aprile. Secondo la dichiarazione dell'NPA, la tregua è un atto di solidarietà che porterà sollievo alle comunità vulnerabili e garantirà assistenza medica al popolo filippino. Alla data dell'8 aprile, le autorità nazionali hanno confermato un totale di 3.870 casi COVID-19.

 

Per saperne di più:

https://time.com/5809477/philippines-new-peoples-army-ceasefire-covid19/

https://thediplomat.com/2020/03/philippines-communist-rebels-declare-ceasefire-amid-coronavirus-pandemic/

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