Una nuova offensiva militare a Idlib potrebbe essere catastrofica

La città di Idlib La città di Idlib © UN.org

12 Settembre 2018

Mentre il governo siriano si prepara ad un’offensiva contro le milizie ribelli a Idlib, la comunità internazionale cerca di ridurre le potenziali vittime civili.

Idlib, la capitale nord occidentale della provincia di idlib in Siria, è l’ultima roccaforte della resistenza contro il governo siriano. La provincia è stata la meta dei civili in fuga dalle violenze nelle altre regioni del paese e circa la metà, dei 3 milioni di persone che vivono a Idlib, sono sfollati interni. Attualmente, Idlib è una delle ultime regioni ancora sottoposta al recente cessate il fuoco concordato a livello internazionale.

Dal 2011, decine di migliaia di combattenti stranieri sono entrati in Siria, e Idlib è diventata la base per tali gruppi. Questi combattenti stranieri sono, per lo più, membri del Hayat Tahrir ash-Sham, più comunemente conosciuto come al-Qaeda in Siria, e di Jabhat an-Nusra, un’altra milizia di fondamentalismo Islamico.

I civili che vivono nelle zone controllate da questi gruppi estremisti, in particolar modo coloro i quali appartengono a delle minoranze religiose ed etniche (Shi’a, Druze, e cristiani tra gli altri), sono stati vittime delle violenze organizzate ad opera di tali miliziani.

Nelle offensive militari per respingere le milizie dei ribelli dalla Siria, il governo è stato anche responsabile per i danni subiti dai civili. Infatti, se dovesse aprirsi un nuovo attacco a Idlib, sarebbe sicuramente accompagnato da pesanti perdite in termini di vite umane. “Due tra i maggiori garanti del cessate il fuoco - in questo caso la Turchia e la Russia - stanno tentando, si spera con successo, di scongiurare lo scenario peggiore” ha affermato l’inviato speciale dell’ONU in Siria, Staffan de Mistura.

Parte del piano delle Nazioni Unite è di negoziare il ritiro dei combattenti di al-Qaeda dalla città di Idlib al fine di scongiurare le vittime civili dovute ad ogni nuova offensiva militare. La Turchia, uno dei tre garanti dei colloqui di pace di Astana, insieme ad Iran e Russia, ha ancora la capacità di comunicare con i gruppi di ribelli a Idlib.

L’inviato speciale ONU ha inoltre affermato che “nessuno mette in dubbio il diritto del governo Siriano di combattere i terroristi identificati dalle Nazioni Unite, così come, il suo diritto a recuperare tutta la sua integrità territoriale”. La questione su come respingere i ribelli tuttavia permane. Una nuova ripresa delle ostilità avrebbe conseguenze disastrose in termini di vite umane per un conflitto che si trova ormai già immerso al suo settimo anno. Tuttavia, la presenza permanente di al-Qaeda in Siria è insostenibile sia per il governo che per il popolo Siriano e sia per la stabilità della regione.

 

Per saperne di più, visita:

http://www.atimes.com/theres-at-least-one-more-ugly-battle-brewing-in-syria//

https://news.un.org/en/story/2018/08/1018042

https://www.timesofisrael.com/un-envoy-proposes-rebel-pullback-from-syrias-idlib/

https://www.almasdarnews.com/article/syrian-army-has-no-offensive-planned-for-idlib-city/

https://www.aljazeera.com/news/2018/09/rebels-turkey-prepared-battle-assault-delayed-180910170306007.html

https://www.reuters.com/article/us-mideast-crisis-syria-turkey/turkey-is-working-to-reach-ceasefire-in-syrias-idlib-foreign-minister-idUSKCN1LU0YK

https://news.un.org/en/story/2018/08/1018002

 

By Jasper Saah

Traduzione Francesca Geuna

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