Il 20 settembre 2018, 11 persone sono rimaste uccise durante gli scontri tra gruppi armati a Tripoli, secondo il Ministero della Salute libico. Tra le 11 vittime, c'erano cinque civili. Il Ministero della Salute libico ha fatto presente che almeno 115 persone sono morte e 383 sono state uccise a Tripoli il mese scorso. Queste morti sono il risultato del persistere degli scontri tra diversi gruppi in Libia.
Tripoli è stata il centro di duri scontri dalla fine di agosto, quando la Seventh Brigade, un gruppo armato di Tarhouna, alleato con dei miliziani di Misrata, ha attaccato le Tripoli Revolutionaries’ Brigades e la Nawasi Brigade, entrambe con sede a Tripoli. Secondo Al Jazeera, i miliziani di Tarhouna e Misrata cercano di liberare Tripoli dai “ricatti delle istituzioni statali,” mentre i miliziani di Tripoli tentano di estromettere "criminali e stranieri” dal Paese .
Dalla caduta del regime del Presidente Muammar Gaddafi nel 2011, si sono verificati continui scontri in Libia tra diverse fazioni che si contendono il potere. In risposta allo scoppio delle violenze di agosto, l'UN ha mediato un accordo per il cessate il fuoco, il 4 settembre 2018, che i recenti scontri hanno violato. António Guterres, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il 21 settembre ha dichiarato: «Sono seriamente preoccupato per le sempre più violazioni del cessate il fuoco». A ciò si aggiunge che, a partire dal 25 settembre 2018, secondo l'UN oltre 1.700 famiglie sono state evacuate in due giorni, e condotte in “aree più sicure.” Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha recentemente definito la situazione in Libia “disperata.”
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https://news.un.org/en/story/2018/09/1020202
di Cecilia D'Arville
traduzione di Simona Smacchi
