Di male in peggio: le testimonianze dei sopravvissuti a Boko Haram

Donne nei campi satellite di Borno aspettano la razione di cibo giornaliera Donne nei campi satellite di Borno aspettano la razione di cibo giornaliera © Reuters/Akintunde Akinleye

I sopravvissuti a Boko Haram condividono le proprie storie ad Amnesty International, riportando gli orrori vissuti nei campi satellite

Dalla fondazione di Boko Haram nel 2002 nella Nigeria settentrionale, più di 20.253 persone sono state riportate uccise per mano del gruppo armato dall’Uppsala Conflict Database Program (UCDP). Boko Haram è anche noto per il rapimento di giovani donne nello stato di Borno; il caso che fece più scalpore fu quello avuto luogo a Chibok il 14 aprile 2014, quando 276 ragazze furono rapite da scuola. Dall’inizio della sua attività fino a febbraio 2015, Amnesty International riporta di più di un milione di persone sfollate per fuggire dall’insicurezza provocata dal conflitto per il controllo del territorio scoppiato tra le forze militari nigeriane e Boko Haram.

Per coloro i quali sono scappati e sopravvissuti agli orrori del conflitto, la vita è stata forzatamente spostata in campi satellite istituiti in tutto il paese e controllati dalle forze militari governative. Non solo il trasferimento forzato di civili è una violazione della legge internazionale, ma anche le condizioni interne a questi campi sono lontane dagli standard umanitari di base. Nel 2016, l’Agenzia governativa nigeriana per la Gestione di Emergenza Nazionale (NEMA) identificò 14 campi satellite, uno dei quali – il campo dell’ospedale Bama – fu definito da Medici Senza Frontiere (MSF) una “catastrofe umanitaria.”

All’interno dei campi, gli sfollati provenienti da aree controllate da Boko Haram sono trattati con sospetto. Testimonianze raccolte da Amnesty International nel rapporto “They Betrayed Us” (“ci hanno traditi”) raccontano di controlli ai quali gli sfollati sono sottoposti dai militari una volta giunti nei campi. Questi “screening” includono misure di separazione dai membri della propria famiglia, detenzione arbitraria, tortura e altri trattamenti riprovevoli. Alcune donne sono forzate a rimuovere i propri vestiti e a sostenere questi controlli nude in pubblico. La maggior parte degli sfollati soffre la fame per l’inadeguata quantità di cibo a loro provvista. Essi sono costretti a rimanere all’interno dei campi e spesso le donne, separate dai propri mariti durante i controlli, sono costrette a scambiare favori sessuali per cibo.

In agosto 2017, il presidente nigeriano in carica stabilì un Pannello d’Investigazione Presidenziale per porre sotto scrutinio la condotta dei militari nei campi. Adesso la società civile chiede al governo della Nigeria di rendere i colpevoli di violazioni dei diritti umani responsabili per i propri crimini. Amnesty suggerisce nel suo rapporto, come primo passo per il governo per adeguarsi agli standard internazionali, di rendere pubblici i risultati delle investigazioni condotte e di implementare le raccomandazioni contenute nel rapporto finale in maniera trasparente. In aggiunta, il governo federale e dello stato di Borno sono chiamati, con l’aiuto dei donatori internazionali, ad aumentare l’assistenza in beni di prima necessità agli sfollati, specialmente, ma non soltanto, coloro i quali vivono nei campi satellite.

 

Per maggiori informazioni, leggere:

https://www.aljazeera.com/indepth/opinion/boko-haram-survivors-starved-raped-nigeria-military-180523144207062.html

http://ucdp.uu.se/#actor/1051

https://www.amnesty.org/en/documents/afr44/8415/2018/en/

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