Vi è molta preoccupazione all’interno dell'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, riguardo gli ultimi sviluppi in Sudan e l'intensificarsi dei combattimenti nella regione del Darfur.
Coloro che sono riusciti a scappare stanno fuggendo in massa verso i confini limitrofi. Solo nell'ultima settimana, più di 8.000 persone sono fuggite nel vicino Ciad, una cifra probabilmente sottostimata a causa delle difficoltà di registrazione dei nuovi arrivi.
L'UNHCR, insieme al governo e ai partner sul campo in Ciad, si sta preparando ad altri arrivi di rifugiati mentre il conflitto in Sudan infuria.
Secondo l'UNHCR, più di 800 persone sarebbero state uccise dai gruppi armati ad Ardamata, nel Darfur occidentale, un'area finora meno colpita dal conflitto.
Nel campo di Ardamata quasi 100 rifugi sono stati rasi al suolo.
Inoltre, sempre in base ai dati dell’UNHCR, continuano a essere perpetrate violenze sessuali, torture, uccisioni arbitrarie, estorsioni ai danni di civili e prese di mira di specifici gruppi etnici, il che allarma profondamente la comunità internazionale.
Anche Martha Ama Akyaa Pobee, membro delle Nazioni Unite, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza che "la violenza sessuale e di genere continua, con accuse di violenza sessuale da parte del personale delle Forze di Supporto Rapido, stupri e molestie sessuali che coinvolgono le Forze Armate sudanesi".
Il Procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI) ha dichiarato la scorsa settimana che sta indagando su nuove accuse di crimini di guerra e crimini contro l'umanità nella regione del Darfur, tra cui la recente uccisione di 87 membri della comunità etnica Masalit, che sarebbe stata compiuta dalle Forze di Sicurezza Rapide e dalle sue milizie.
Le Nazioni Unite si dicono particolarmente preoccupate per le condizioni generali del Darfur, dove i neonati muoiono negli ospedali, i bambini e le madri soffrono di grave malnutrizione e i campi per gli sfollati sono stati rasi al suolo.
Per saperne di più, vedi:
https://news.un.org/en/story/2023/07/1138692
https://news.un.org/en/story/2023/12/1144787