Alle otto del mattino del 12 aprile, le truppe eritree stavano attraversando la città di Adwa, situata nella regione del Tigray, quando improvvisamente hanno aperto il fuoco contro le persone che si trovavano sulla strada principale nei pressi di una fermata dell’autobus. È stato grazie all’intervento delle Forze di Difesa Nazionale etiopi per respingere l'attacco che i soldati eritrei non hanno ucciso altre persone innocenti. Tuttavia, secondo l’agenzia Reuters, almeno nove persone sono state uccise e più di 19 sono state ferite. L'attacco non provocato mostra la continua presenza militare eritrea nella regione settentrionale etiope del Tigray, nonostante la promessa del primo ministro etiope Abiy Ahmed che le truppe eritree avrebbero lasciato il Tigray. Infatti, le forze eritree sono entrate nel Tigray a novembre per portare sostegno alle truppe etiopi che erano state assediate dalle forze fedeli al partito politico regionale, il Tigray People's liberation Front (TPLF). Non è chiaro quanti soldati eritrei ci siano nella regione o se qualcuno se ne sia andato nelle ultime settimane, tuttavia erano facilmente identificabili. Infatti, parlavano tigrino, la lingua principale del Tigray e dell'Eritrea, indossavano uniformi delle forze di difesa eritree e i veicoli avevano targhe eritree. Tuttavia, l'Eritrea non ha risposto alle richieste di commento sulle sparatorie di Adwa.
Dall'inizio del conflitto a novembre, i civili hanno accusato i soldati eritrei di uccisioni di massa, saccheggi e stupri di gruppo. Secondo Amnesty International, questi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani dovrebbero essere indagati in modo indipendente e imparziale da un'inchiesta internazionale perché il popolo etiope merita giustizia e responsabilità.
Per saperne di più:
https://www.aljazeera.com/news/2021/4/14/ethiopian-troops-kill-three-people-in-tigray-rights-group
Autore: Eleonora Gonnelli