Il 25 settembre, uomini armati hanno ucciso almeno 15 civili in un attacco compiuto prima dell’alba nella regione di Benishangul-Gumuz, in Etiopia occidentale. Secondo l'EHRC, quattro delle vittime erano donne e una persona ha riportato ferite non mortali. Tutte le vittime appartenevano al gruppo etnico Amhara. Daniel Bekele, il capo della EHRC, ha sottolineato in una dichiarazione rilasciata il 26 settembre che "le autorità federali e regionali dovrebbero prendere le misure necessarie per far rispettare lo stato di diritto e assicurare i colpevoli alla giustizia".
Da quando il primo ministro Abiy Ahmed è salito al potere nel 2018, il conflitto è divampato in molte parti del Paese. All'inizio di questo mese, nella stessa regione, ci sono stati altri due casi di violenza che hanno portato all'uccisione di almeno 140 civili e allo sfollamento forzato di almeno 300 civili. A giugno, le proteste per l'assassinio di un importante cantante di etnia Oromo, Hachalu Hundessa, hanno portato all'uccisione di almeno 239 persone. I funzionari governativi hanno attribuito le perdite a una combinazione tra l'uso della forza letale da parte degli agenti di sicurezza e la violenza interetnica.
Amnesty International è critica nei confronti dell'operato dell’EHRC. In un rapporto pubblicato nel 2019, l'organizzazione ha trovato numerose prove di un atteggiamento pregiudizievole della Commissione che favorisce la comunità Amhara, ignorando e sottovalutando il conflitto in corso contro gli Oromo.
Per saperne di più:
https://www.aljazeera.com/news/2020/9/26/armed-fighters-kill-at-least-15-people-in-western-ethiopia
https://www.amnesty.org/download/Documents/AFR2501232019ENGLISH.PDF
https://www.bnnbloomberg.ca/gun-attack-in-western-ethiopia-leaves-15-dead-1.1499691
Autore: Catherine Gregoire; Traduzione: Ester Zangrandi