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Conflitto e sicurezza alimentare: “il tempo sta per finire”

Yemen, in braccio al padre, Sultan, 21 mesi, riceve assistenza nutrizionale Yemen, in braccio al padre, Sultan, 21 mesi, riceve assistenza nutrizionale WFP/Mohammed Awadh

17 settembre 2020

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno esortato i membri del Consiglio di Sicurezza a non voltare le spalle a chi soffre la fame

Riuniti in videoconferenza, i rappresentanti degli stati membri hanno ascoltato i resoconti degli esperti chiamati ad aggiornare il Consiglio in merito all’insicurezza alimentare che colpisce le zone di conflitto.  Con l’avanzare della pandemia da COVID-19, sempre più persone soffrono la fame, soprattutto nei Paesi già devastati dalla violenza armata.

Come sottolineato da Mark Lowcock, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore dei Soccorsi d’Emergenza, la pandemia ha avuto profonde ripercussioni sulla popolazione delle zone di conflitto, impedendo l’accesso ai mezzi di sussistenza e all’educazione e aggravando l’insicurezza alimentare. Il perpetuarsi della violenza ha inoltre impedito l’accesso degli aiuti umanitari, già limitato dalle restrizioni legate alla crisi sanitaria. In molte aree di conflitto, avverte Lowcock, “il tempo sta per finire”. Esortando il Consiglio ad agire al più presto per proteggere la popolazione civile, l’alto funzionario ha sottolineato la necessità di collaborare nella direzione di soluzioni politiche pacifiche, facendo il possibile per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario. Ha inoltre insistito sull’impatto economico dei conflitti e sull’urgenza di un maggiore supporto alle economie dei Paesi più colpiti dall’insicurezza alimentare.

Il Direttore Esecutivo del Programma Alimentare delle Nazioni Unite (WFP), David Beasley, ha invece commentato positivamente gli sforzi fatti dalla comunità internazionale nella prima metà dell’anno, ma ha sottolineato quanto sia cruciale non farsi indietro in previsione del 2021. Tra i Paesi più colpiti, Beasley ha portato l’attenzione del Consiglio su Burkina Faso, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e Yemen. “È tempo di fare la cosa giusta”, ha affermato Beasley, volgendo un ultimo monito al settore privato.

Qu Dongyu, Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), si è soffermato sul “triplo shock” subito da diversi Paesi colpiti dalla pandemia, dalle alluvioni e dall’invasione delle locuste del deserto, che hanno messo in ginocchio la produzione agricola in Yemen e in gran parte del Corno d’Africa. Per l’alto funzionario ONU, la soluzione risiede in una maggior volontà politica e in un rinnovato supporto alla produzione agricola locale, che è strettamente legata alla situazione securitaria ed è a sua volta cruciale nel cammino verso una pace duratura e sostenibile. 

A conclusione degli interventi, i membri del Consiglio hanno preso la parola, mostrando di condividere le preoccupazioni espresse dai relatori. Molti hanno sottolineato l’urgenza di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario, affinché la popolazione possa ricevere l’assistenza necessaria. Altri hanno fatto eco al DG della FAO, rimarcando l’importanza del legame tra l’azione umanitaria e la cooperazione allo sviluppo, nel quadro di un intervento che guardi alle radici del conflitto e abbia un impatto di lungo termine. Altri invece hanno raccolto l’appello del WFP, invitando la comunità internazionale a incrementare i finanziamenti destinati agli aiuti umanitari.

 

Per saperne di più:

https://insight.wfp.org/world-must-step-up-not-back-to-avoid-coronavirus-induced-hunger-pandemic-a745944bc9e9

https://www.un.org/press/en/2020/sc14308.doc.htm

 

Autore: Ester Zangrandi

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